Lo sport è l’antitesi perfetta della violenza. Dappertutto vale. non solo da noi. Non si puo’ e non si deve morire più per una partita di calcio. Ce lo siamo detti in mille modi per parecchi anni. Dopo eventi tragici. Sono stati emanati provvedimenti, severi e intransigenti. Qui da noi in Italia.
In Inghilterra dal 1985 addirittura hanno messo delle carceri dentro gli stadi per la cattura imminente dei detrattori dello sport, per quelli che non hanno a che fare con lo sport, e che istigano alla violenza e poi la provocano.
Poi però ti rendi conto che il calcio non è puro divertimento solo per noi, ma anche in altre parti del mondo, solo quando da loro si verificano eventi che hanno un forte richiamo giornalistico.
Accade che in Indonesia alle (3:00 del mattino, ora italiana) più di 170 persone hanno perso la vita e molte altre sono rimaste ferite nei disordini verificatisi dopo una partita di calcio a Malang, nella provincia indonesiana di Giava est e ti accorgi che molto probabilmente le leggi che regolano la violenza negli stadi non sono ancora abbastanza sufficienti.
Indonesia morti stadio: la dinamica della tragedia
Indonesia, morti stadio. Delusi ma soprattutto presi dal senso di frustrazione per aver assistito alla prima sconfitta della propria squadra contro gli acerrimi rivali di sempre a fine partita i tifosi dell’Arema hanno deciso di invadere il terreno di gioco con lo scopo di aggredire alcuni dei giocatori, i propri beniamini.
L’intervento delle forze dell’ordine non si è fatto attendere, immediato il lancio dei lacrimogeni anche verso le gradinate. La folla presa dal panico si è accalcata nel tentativo di fuggire. Decine e decine di persone sono morte soffocate o calpestate.
Stando ai dati forniti dal vice governatore, le vittime sono almeno 174.
“Trentaquattro vittime sono decedute all’interno dello stadio, le altre in ospedale”
ha precisato in un comunicato il capo della polizia locale, Nico Afinta.
Indonesia morti stadio: la decisone di sospendere il campionato
Gli avvenimenti sportivi in Indonesia sono caratterizzati spesso da episodi di violenza, ma la tragedia di Malang rappresenta la più grave di una serie di incidenti che hanno costellato negli anni il calcio indonesiano.
La Lega dopo quest’ultimo “avvenimento mortale” ha deciso di sospendere il campionato per una settimana e ha deciso che per questa stagione l’Arema non ospiterà altre partite.
Il presidente Joko Widodo, non si è fermato qui ma è andato oltre. Ha ordinato a tutti gli esponenti di spicco, al ministro dello Sport e della Gioventù, al capo della polizia nazionale e al capo della Federcalcio di “condurre una revisione accurata delle procedure di sicurezza” per tutte le partite di calcio.
Inoltre ha sollecitato la tempestività nelle indagini. La cosa certa è che fino a quando tutte le inchieste del caso non saranno concluse le partite della massima serie non potranno riprendere.
Il governo ha promesso di indagare a fondo sulle cause della tragedia.
La dichiarazione del ministro dello Sport e della Gioventù Zainudin Amali all’emittente Kompas.
“Siamo dispiaciuti…Valuteremo a fondo l’organizzazione della partita e la presenza dei tifosi. Torneremo a vietare ai tifosi di assistere alle partite? Questo è ciò che discuteremo”.
Dai primi riscontri si evince che sono stati venduti a fronte di circa 38.000 posti molti più biglietti. A confermare ciò anche il ministro dell’Interno, Mahfud MD,
…”lo stadio era gremito oltre il dovuto: erano stati venduti 42.000 biglietti a fronte di 38.000 posti.
Le tragedie dopo le calche nelle gradinate degli stadi: le più gravi:
Perù – 24 maggio 1964: 320 persone rimasero uccise e più di 1.000 ferite in una calca durante le qualificazioni olimpiche di Perù-Argentina allo Stadio Nazionale di Lima. I tifosi non riuscirono a sfuggire alla calca e furono calpestati o asfissiati;
Scozia – 2 gennaio 1971: 66 persone rimasero uccise in una calca all’Ibrox Stadium durante un derby tra Rangers e Celtic. Fu il secondo disastro dello stadio, dopo il crollo di una tribuna nel 1902, che causò 26 vittime;
Egitto – 17 febbraio 1974: 48 persone sono morte e 47 sono rimaste ferite quando 80.000 persone si sono stipate in uno stadio con una capacità di 40.000;
Russia – 20 ottobre 1982: Al termine di una partita di Coppa Uefa tra lo Spartak Mosca e gli olandesi dell’Haarlem allo Stadio Luzniki, si è verificata una calca nella tromba delle scale. Sono morti una cinquantina di adolescenti e altrettanti adulti ufficalmente. In via ufficiosa è sempre trapelato un numero largamente maggiore di vittime;
Inghilterra – 11 maggio 1985: 56 persone rimasero uccise a causa di un incendio divampato sugli spalti in legno durante una partita tra Bradford e Lincoln City;
Belgio – 29 maggio 1985: 39 morti allo stadio Heysel di Bruxelles quando i tifosi della Juventus tentarono di fuggire dai tifosi del Liverpool;
Inghilterra – 15 aprile 1989: Una calca sugli spalti dell’Hillsborough Stadium di Sheffield Wednesday ha provoca la morte di 97 tifosi del Liverpool durante la semifinale di FA Cup contro il Nottingham Forest;
Sud Africa – 3 gennaio 1991: 40 morti in una mischia durante la partita Orlando Pirates-Kaizer Chiefs;
Francia – 5 maggio 1992: 18 morti e oltre 2.300 feriti per il crollo di una terrazza dello stadio Furiani in Corsica;
Guatemala – 16 ottobre 1996: Circa 80 spettatori persero la vita dopo essere stati schiacciati dai tifosi che si erano ammassati in una tribuna dello Stadio Nazionale Mateo Flores per la qualificazione alla Coppa del Mondo 1998 tra Guatemala e Costa Rica;
Sud Africa – 11 aprile 2001: 43 persone muoiono durante una calca allo stadio Ellis Park di Johannesburg durante la partita tra gli Orlando Pirates e i Kaizer Chiefs;
Ghana – 9 maggio 2001: Sono morte ad Accra 126 persone sono morte al termine di una partita tra Hearts of Oaks e Kumasi. I tifosi ospiti, infuriati per la sconfitta della loro squadra, hanno lanciato proiettili e rotto sedie. La polizia per contro ha risposto coi lacrimogeni, scatenando un fuggi fuggi;
Camerun – 24 gennaio 2022: Otto persone vengono uccise e decine di altre ferite in una calca e in uno strascico prima della partita di Coppa d’Africa tra i padroni di casa del Camerun e le Comore a Yaounde;