Genova maxi frode ai danni di diversi clienti della Iren Mercato S.p.A. società attiva nell’approvvigionamento dell’energia elettrica. Gli autori, dopo essere entrati in possesso dei dati relativi agli ultimi contratti dell’azienda energetica, segnalavano falsamente che il procedimento per l’attivazione del contratto aveva presentato dei problemi.

La Sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale di Genova con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha individuato e perquisito due cittadini ritenuti responsabili della frode aggravata ai danni di diversi clienti della Iren Mercato S.p.A., società genovese attiva nell’approvvigionamento, intermediazione e vendita di energia elettrica, gas e affini. L’articolata indagine informatica prende le mosse da una segnalazione fatta da un noto portale di comparazione di offerte commerciali, il quale segnalava che alcuni clienti, dopo aver concluso una pratica commerciale con la Iren Mercato S.p.A. tramite il summenzionato comparatore, lamentavano di aver ricevuto delle chiamate e dei messaggi da soggetti qualificatisi come dipendenti della stessa.

Gli autori della truffa, dopo aver utilizzato sofisticate tecniche di hacking ed essere entrati in possesso dei dati relativi agli ultimi contratti dell’azienda energetica, segnalavano falsamente che il procedimento per l’attivazione del contratto aveva presentato dei problemi e rappresentavano la necessità della stipulazione di uno nuovo contratto con la stessa società o con altra. La circostanza che tali soggetti erano a conoscenza di tutti i dati contenuti nei contratti di fornitura appena conclusi ha ingenerato nelle vittime il falso convincimento della bonarietà del recall sui contratti appena sottoscritti.

Genova frode Iren: l’indagine

La condotta dei rei assume connotati ulteriormente preoccupanti alla luce dell’induzione in errore delle vittime proprio sulla materia “energia”, sotto attenzione dei media a causa del recente aumento dei prezzi, innescato dalla crisi russo-ucraina.

La delicata attività d’indagine, svolta anche utilizzando sofisticate attrezzature informatiche, ha consentito l’individuazione dei due soggetti agenti, deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di sostituzione di persona, truffa, accesso abusivo al sistema informatico in uso alla Iren Mercato S.p.A., detenzione di codici di accesso nonché acquisizione fraudolenta di dati personali dalla banca dati della società.

In fase di perquisizione è stato sequestrato ed analizzato anche il numeroso materiale informatico che ha fatto emergere il modus operandi dei criminali informatici e confermato quanto ipotizzato durante la fase investigativa.

Il fatto che i due soggetti fossero a conoscenza di tutti i dati contenuti nei contratti di fornitura ha ingenerato nelle vittime il falso convincimento della bonarietà del recall sui contratti appena sottoscritti.

I danni economici

A seguito delle truffe nell’ambito delle utenze luce e gas, come evidenziato dall’analisi realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, gli italiani hanno perso oltre 505 milioni di euro, con un danno medio pari a 162 euro per truffato. Considerando tutte le altre voci di spesa familiare oggetto di indagine (telefonia, Rc auto, utenze luce e gas, carte elettroniche e conti correnti, prestiti personali), il danno economico complessivo legato alle truffe supera i 3 miliardi di euro.

Purtroppo, il 54% di chi cade in trappola non denuncia la frode, valore addirittura più alto rispetto alla media rilevata nelle altre voci di spesa familiare oggetto di indagine, dove chi non denuncia è il 41,5% dei truffati.

Per quali motivi non si fa? Il 30% ha detto di non averlo fatto perché il danno economico era basso, mentre il 26% perché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso. Per il 15% dei truffati, invece, vi è una ragione di natura psicologica: non hanno denunciato perché “si sentivano ingenui per esserci cascati“. Il 3%, ancora, non lo ha fatto per paura che ne venissero a conoscenza i familiari. “Abbiamo una spiccata tendenza a preservare la nostra reputazione”, spiega il prof. Gianluca Castelnuovo, ordinario di psicologia clinica alla Cattolica di Milano e all’IRCCS Istituto Auxologico Italiano “per cui denunciare una truffa di questo tipo può significare per alcuni ammettere, a sé stessi e agli altri, che non siamo stati “furbi” a sufficienza per difenderci da un malfattore che ha agito comunque anche grazie alla nostra involontaria “complicità”. Spesso una eccessiva paura di fare brutta figura, tema dominante oggi nella società, agisce in favore dell’impunità”.