Il nuovo governo deve ancora essere costruito, tuttavia la tensione tra centrosinistra e centrodestra è già alle stelle. Sembra quasi che entrambe le coalizioni continuino a guardare ciò che fa l’avversario, esattamente come avveniva in campagna elettorale.
Un’altra giornata di botta e risposta, inaugurata da Giorgia Meloni che sui propri profili scrive in maniera emblematica:
Continuo a leggere irreali ricostruzioni in merito a eventuali ministri di un Governo di Centrodestra. Dopo fallimentari gestioni come quella di Speranza & Co. vi assicuro che stiamo lavorando a una squadra di livello che non vi deluderà. Non credete alle bugie che circolano.
La giornata politica della vincitrice alle politiche prosegue poi con l’incontro insieme a Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati e poi con una riunione di Fratelli d’Italia: in linea di massima Meloni conferma un profilo molto basso affidando ai propri social network il suo pensiero. Nel pomeriggio campeggia poi un altro post ancor più netto: “Questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza: ora è tempo di dimostrare il nostro valore. Siamo pronti a ridare futuro, visione e grandezza all’Italia”.
Ad unirsi al coro della Meloni, anche Salvini che ha voluto ribadire la massima collaborazione con la leader di Fdi:
I giornali e la sinistra si rassegnino, gli italiani hanno votato e scelto a milioni il centrodestra unito, stiamo lavorando tutti insieme, come Lega giorno e notte, per dare risposte al Paese. Lavoro, pensioni, energia, bollette e cartelle esattoriali e anche la sicurezza e bloccare gli sbarchi che continuano in queste ore saranno tra le nostre priorità nel prossimo governo.
Governo, anche il sindaco di Treviso contro Salvini
Nel dualismo tra centrodestra e centrosinistra è al centro del dibattito la posizione di Matteo Salvini sul nuovo governo. Per il senatore milanese sono stati giorni caldi, di riflessione, ma il Congresso ha ribadito la sua fiducia al Comandante. Anche Zaia e Fedriga, incalzati sull’argomento, hanno glissato a precisa domanda. Tra i detrattori più forti c’è Giancarlo Gentilini, sindaco di Treviso: una dichiarazione importante in una Regione dove il crollo dei consensi è stato lampante:
Io andavo in mezzo al popolo per fare campagna elettorale, mentre Salvini ha creato un distacco con la gente. Fosse per me dovrebbe dare le dimissioni per non essere riuscito a interpretare le necessità del popolo. Zaia è una mia “creatura” politica, dovrebbe essere lui il leader della Lega, conosce le esigenze del popolo
E da sinistra sia Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, che lo scrittore Roberto Saviano (probabilmente due delle figure più invise a Salvini) attaccano l’ipotesi di una sua rielezione al Viminale:
Matteo Salvini è già stato al Viminale ed è stato un disastro epocale. Ha compiuto atti folli soltanto per racimolare un po’ di consenso, ha sequestrato esseri umani per ragioni di propaganda politica, pensando di poterlo fare impunemente. Ha intimidito e minacciato qualunque voce critica nei suoi riguardi schermandosi dietro la struttura stessa del Ministero degli Interni. Io stesso sono stato querelato da lui, su carta intestata del Viminale, nel silenzio indegno del governo di cui era parte
Roberto Saviano
Salvini al Viminale sarebbe una sciagura per l’Italia. Non siamo ancora partiti e arrivano già minacce e ultimatum. Andiamo bene. Basta show e propaganda dal ministero degli Interni, serve verità e competenza per la sicurezza delle città e del Paese
Matteo Ricci, sindaco di Pesaro