Da giorni sottoposta al pressing dei russi alle frontiere, la Finlandia chiuderà i suoi confini dalla mezzanotte ai cittadini russi che hanno il visto turistico europeo dell’area Schengen. Lo ha annunciato il governo. Da quel momento i cittadini russi potranno entrare nel Paese solo per alcuni motivi particolari, e dimostrati, come visite ai parenti, per lavoro o per ricevere cure mediche. Il ministro degli Interni finlandese Krista Mikkonen ha affermato che “tutte le richieste di ingresso verranno considerate individualmente” aggiungendo che chi vuole “può far richiesta d’asilo oppure cercare di attraversare il confine illegalmente. Ma siamo preparati”, ha detto il ministro all’emittente pubblica Yle. Nella conferenza stampa in cui ha dato la notizia, il ministro degli Esteri, Pekka Haavisto, ha riconosciuto che l’annuncio della mobilitazione “parziale” a parte di Mosca per la guerra in Ucraina, che ha fatto aumentare il numero degli arrivi dalla Russia, “ha avuto un impatto significativo” sulla decisione.
La Finlandia chiude i confini con la Russia
La misura, che era stata annunciata venerdì scorso, mira a limitare in modo significativo il flusso di cittadini russi che entrano nel Paese nordico, molti dei quali peraltro continuano il loro viaggio verso altre destinazioni dell’Unione Europea. La Finlandia, che ha 1.340 chilometri di confine con la Russia, diventa così l’ultimo Paese Ue confinante con la Russia che sceglie di chiudere le frontiere all’ingresso dei turisti russi. Lo avevano già fatto le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e la Polonia.
Mobilitazione parziale annunciata da Putin
Mercoledì 21 settembre il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato una mobilitazione parziale in Russia “per difendere il Paese, useremo tutti i mezzi a disposizione”, ha spiegato aprendo il suo discorso, previsto nella serata di martedì e rinviato, per cause ancora sconosciute, alla mattina seguente. Parole che sono arrivate dopo che all’Onu hanno parlato alcuni dei leader mondiali più influenti come Draghi, Macron e Scholz. Così il presidente russo ha firmato e pubblicato il decreto secondo cui saranno convocati solo i riservisti. Secondo il ministro della Difesa, che ha parlato con il canale televisivo Rossiya-24, si tratta di 300mila persone che saranno chiamate in servizio e addestrate prima di essere mandate al fronte.
“Abbiamo un’enorme risorsa di mobilitazione di coloro che hanno prestato servizio di coloro che hanno esperienza di combattimento, specialità militari. Ne abbiamo quasi 25 milioni. Quindi, questa mobilitazione e’ una mobilitazione parziale, 1% o poco più, della risorsa totale di mobilitazione”,
ha spiegato Sergei Shoigu