Nasce a Torino una rete ospedaliera che collega cinque strutture sanitarie di Torino e Provincia per ottimizzare i tempi e fornire cure più personalizzate ai pazienti affetti da stenosi aortica, malattia cardiaca che colpisce il 4.6% della popolazione: il progetto verrà promosso all’interno dell’iniziativa “Next”.
Dalla collaborazione di cinque ospedali differenti di Torino e provincia arriva il modello di una “rete” ospedaliera per la cura di una delle malattie cardiovascolari più temibili, la stenosi aortica.
Si tratta dunque di una vera e propria rete ospedaliera: le strutture sanitarie di Ciriè, Moncalieri, Ivrea e Chivasso, che hanno la funzione di accoglienza periferica nella rete e sono denominati centri spoke, sono direttamente collegate all’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino che funge da centro hub principale.
Grazie a questo approccio sono già state salvati oltre 110 pazienti, che sono stati operati, tutti con successo, alle Molinette di Torino, determinando un aumento degli interventi e conseguente sopravvivenza di circa il 30%.
In questa procedura è previsto non solo lo scambio dei pazienti fra le diverse strutture ma anche la mobilità dei medici. Il policlinico di riferimento è sempre l’ospedale Molinette: il cardiologo dei centri spoke segue il proprio paziente presso l’ospedale hub ed esegue l’intervento insieme all’equipe di questa struttura.
L’obiettivo alla base della formazione della rete per la stenosi aortica è fornire al paziente un percorso dedicato in grado di garantire la maggior rapidità ed efficacia possibile dell’intervento attraverso omogeneità di offerta delle cure, integrazione completa tra le diverse realtà e continuità assistenziale.
Il concetto di rete ospedaliera prevede che ogni ospedale sia un polo all’interno di un sistema strutturato per percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione, capace di indirizzare ciascun paziente verso diversi punti di erogazione, e di garantire congruità dei tempi di attesa e dei costi, appropriatezza degli accessi e qualità delle prestazioni.
Il progetto verrà promosso durante l’iniziativa “Next: rete integrata per una gestione ottimizzata della stenosi aortica”, in programma in questi giorni e che conterà 5 incontri formativi ed informativi su questa patologia cardiaca.
Tale confronto è finalizzato a definire e rafforzare l’interdipendenza funzionale tra i Centri coinvolti. Il primo incontro si svolgerà il 29 settembre presso la Città della Salute di Torino ed è organizzato dal prof. Gaetano Maria De Ferrari e dal dott. Federico Conrotto della di Cardiologia universitaria delle Molinette insieme al prof. Mauro Rinaldi e al dott. Michele La Torre della Cardiochirurgia.
Torino stenosi aortica: le dichiarazioni degli esperti
Un quadro più dettagliato sulla patologia in oggetto è stato mostrato dal direttore di Cardiologia universitaria della Città della Salute di Torino, il dottor Gaetano Maria De Ferrari che ha spiegato:
“La stenosi aortica è una patologia valvolare molto comune nei Paesi occidentali, con un’incidenza che cresce proporzionalmente con l’età. Una stenosi aortica moderata o severa colpisce il 4.6% della popolazione con età superiore ai 75 anni, ed oltre l’8% di chi ha più di 85 anni. La diagnosi tempestiva è fondamentale, perché oltre la metà dei pazienti con stenosi aortica severa non trattata adeguatamente muore entro i due anni dalla diagnosi”.
Oggi il trattamento della patologia si avvale della TAVI, trattamento percutaneo della valvulopatia aortica, un importante evoluzione terapeutica sviluppata nel corso degli ultimi dieci anni. Tuttavia in Italia l’approccio trans-catetere è aumentato, ma ancora sottoutilizzato, portando questo trattamento a solo il 37 % dei pazienti affetti dal disturbo.
Le attuali Linee guida forniscono indicazioni non solo per un corretto inquadramento diagnostico, ma anche per una più consapevole scelta terapeutica alla luce delle continue evoluzioni tecnologiche. La scelta dell’opzione più adeguata coinvolge un’équipe di specialisti (Heart Team) composta da cardiologi clinici, cardiologi interventistici, cardiochirurghi, specialisti di imaging cardiaco, anestesisti cardiovascolari, con l’obiettivo di valutare sia i fattori clinici che anatomici, nonché le preferenze dei pazienti.
Il prof. Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia della Città della Salute di Torino, afferma che:
“Le mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche richiedono modelli di offerta delle prestazioni sanitarie idonei alla presa in carico di pazienti affetti da stenosi aortica, attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera in centri Hub e centri Spoke, ovvero centri altamente qualificati e realtà territoriali che si configurano quali spazi per la presa in carico globale del paziente, in grado di dare risposte a bisogni che richiedono continuità dell’assistenza per periodi di lunga durata ed una forte integrazione dei servizi sanitari e sociali. Network interdisciplinari, lavoro in simbiosi con una gestione del paziente condivisa tra cardiologi e cardiochirurghi: questa è la formula vincente”.