Chi è Sebastien Frey: è un portiere di nazionalità francese che ha militato nel campionato di serie A per molto tempo. Sicuramente è uno dei stranieri con più presenze in serie A, 446. Ha legato parallelamente a quella professionale anche la sua vita privata all’Italia, dal matrimonio con Roberta (ora ex moglie) sono nati due figli: Daniel, nato nel 2002 e che dallo scorso anno gioca come centrocampista nella Cremonese, ed Elsa, nata nel 2004.
Difendeva la propria porta con uno stile tutto personale ma dotato di grande personalità, Frey era reattivo tra i pali, abile nell’uno contro uno e in grado di disimpegnarsi efficacemente anche coi piedi; meno efficace nelle uscite.
E’ nato a Thonon-les-Bains il 18 marzo del 1980, ha iniziato a praticare sport sin da piccolo e non poteva essere altrimenti considerato il fatto che nella sua famiglia il nonno André è stato difendore per Metz e Tolosa, il padre Raymond, ex portiere, che ha giocato fino alla seconda divisione francese, e il fratello Nicolas è stato un calciatore professionista.
Le parole di Frey in una intervista di pochi mesi fa riguardo il suo rapporto calcio-famiglia:
“Nessuno mi ha forzato, ho scelto io strada e ruolo. Volevo diventare come mio padre. Se giocavo bene il mio primo istruttore di calcio mi comprava un giocattolo, il mio primo premio partita. Ho vissuto con mio nonno per tre anni: quando il Cannes mi prese a 10 anni, mio nonno era discreto, non voleva influenzarmi, mi accompagnava al campo e basta”.
“Con mio padre non ci siamo parlati per un’ estate intera, nel 1997. Uscivo con le ragazze e lui si arrabbiava: quando ho iniziato una relazione fissa, il conflitto. Temeva mi allontanassi dal calcio. Mi sono divertito”.
Chi è Sebastien Frey: la carriera
Chi è Sebastien Frey: cresciuto nella squadra francese del Cannes, ha esordito nel calcio professionistico il 20 settembre 1997. Sebastien Frey è approdato sui campi da calcio italiani nel 1998 con la maglia dell’Inter e ha indossato, nel corso della sua carriera, i colori del Verona, Parma, Fiorentina e Genoa.
Nel suo Palmares si conta solo una vittoria in coppa Italia con il Parma nella stagione calcistica 2001/2002.
Ha subito numerosissimi infortuni dai quali, tuttavia, è riuscito a risollevarsi. Nel giugno 2013 firma un contratto triennale con la squadra turca del Bursaspor, ma nel luglio 2015 rescinde il contratto e nel successivo mese di dicembre appende scarpe e guanti al chiodo.
Partecipa al Campionato Europeo 2008, ma con la Nazionale totalizza solo due presenze nelle qualificazioni all’Europeo e in un’amichevole. In occasione di Euro 2016 è stato opinionista a Parigi per Sky Sport.
Dopo il ritiro, Frey dedica il suo tempo alla famiglia e all’Academy per la formazione di portieri da lui creata.
“Faccio il papà a tempo pieno e lavoro a tempo pieno. Ho creato un’Academy per portieri, degli stage dove i ragazzi possono imparare e capire bene tutti i segreti del ruolo del portiere. Spesso inoltre sono in giro per il mondo con le partite delle Legends, che portano via un bel po’ di tempo, ma oltre a questo mi dedico molto alla mia famiglia”.
La fortuna di aver giocato con Ronaldo: l’aneddoto
“Sto cercando di spiegare a mio figlio chi era il Ronaldo vero. Il Fenomeno ha cambiato il calcio, ha scombussolato una generazione, è stato il primo giocatore completo e nessuno è più stato come lui. Io non ho mai visto da altri le cose fatte da Ronie. CR7 oggi è un top, Ronaldo era un gradino sopra. Umanamente, poi, uno spettacolo”.
L’aneddoto sul fenomeno:
“Nel dicembre 1998 eravamo alla Pinetina. Ronaldo era l’uomo immagine della Nike, che aveva spesso tantissimi soldi perché fosse il suo testimonial. Vediamo arrivare un camion gigantesco della Nike, non capivamo cosa potesse contenere. Cominciarono a scaricare un po’ di cose. Magliette, orologi, scarpe e cappellini firmati. Cinque, sei gadget per ogni giocatore, tutti in dono da Ronaldo. È il vostro regalo di Natale, ci disse lui”.
Sebastien Frey, qualche curiosità sul suo conto.
E’ un grande appassionato di motori, possiede una Ferrari Enzo di tiratura limitata e una Mini personalizzata; È buddista, si è convertito in seguito ad un trauma contusivo alla tibia che lo ha costretto ad alcuni mesi di stop. (non è stato il solo durante il corso della propria carriera, si veda Roberto Baggio); si è salvato dall’attacco del 14 luglio 2016 sulla Promenade des Anglais per un ritardo fortuito;
nel 2019 ha rischiato di morire a causa di un virus che lo aveva completamente debilitato e lo ha costretto ad una dura e imprevista battaglia dalla quale è uscito vincitore.
Coltiva anche un altra passione, quella del vino, nel senso che è un grande conoscitore di vigneti, di annate, pertanto, da alcuni anni fa parte del progetto Wine of the Champions di Fabio Cordella per la produzione di vino con il suo nome.