Il governatore della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha rilasciato un’intervista che lascia intendere una sua candidatura per la guida del partito: “Noi senza un progetto forte, ora un cambio profondo. Al congresso dirò la mia”.
Bonaccini si candiderà a segretario del Pd?
La prima domanda sottoposta a Bonaccini è molto diretta e riguarda la sua candidatura; il presidente della Regione Emilia-Romagna conferma la sua massima volontà nel mantenere l’incarico presieduto dal 22 dicembre 2014:
Certamente farò il presidente della Regione Emilia-Romagna. È una fase molto delicata per famiglie e imprese e servono risposte rapide e concrete. Per questo auspico che il nuovo governo si formi presto.
Quanto al futuro del partito, invece, Bonaccini non si nasconde e riconosce le difficoltà di un Pd che evidentemente ha bisogno di una scossa per raddrizzare un futuro che al momento non pare così roseo. Secondo il presidente della Regione Emilia-Romagna, il vero anello debole di queste elezioni è stato il programma politico che non mostrava solidità e voglia di rialzare l’Italia:
Serve una discussione molto schietta, alla quale mi dedicherò con impegno e determinazione. Il Pd ha bisogno di un forte contributo da parte di tutti. Siamo arrivati alle elezioni senza un progetto forte per l’Italia e senza un’alleanza all’altezza della sfida, nonostante tutti gli sforzi fatti da Letta. Lo certifica il voto dei cittadini.
Sul Congresso Pd, “Non è il momento dei nomi”
Per quanto riguarda il Congresso, invece, il presidente della Regione Emilia-Romagna sostiene che non bisogna partire dai nomi:
Non è una frase di rito: o cambiamo profondamente o bruceremo in fretta anche il prossimo segretario. Serve una leadership, ma serve anche un partito. Il problema non è di forma o di ruoli, ma di sostanza. Iniziamo per esempio col dire che nel gruppo dirigente servono molti più amministratori locali, donne e uomini, spesso giovani, che ogni giorno devono dare risposte ai cittadini sui problemi reali e che in questi anni hanno tenuto in piedi con il loro lavoro silenzioso il partito: non possiamo più tenerli in panchina.
“Conte e Renzi? Sono andati per i fatti loro”
Infine, c’è spazio anche agli partiti di opposizione a partire dal Movimento 5 Stelle, su cui Bonaccini ha detto:
Il Movimento ha dimezzando i voti del 2018. Stavolta però ha raccolto nel voto il disagio sociale e una richiesta di protezione, più che istanze antisistema. E Conte è riuscito a consolidare la sua leadership. Ho collaborato bene con Conte.
In merito a Renzi e Calenda, spiega:
Io sto ai fatti: sono andati per conto loro e hanno perso esattamente come noi. Tant’è che governerà la destra. In compenso siamo insieme in tante città. Anche nella mia Regione sono lealmente in maggioranza e per me è un valore. Adesso che il voto c’è stato fermiamo le polemiche. C’è un’opposizione efficace da fare e ci sono altre competizioni che ci aspettano nei prossimi mesi, a partire dalle regionali: non do nulla per scontato e non ci sono schemi da calare dall’alto nel territorio, ma potersi confrontare liberamente credo serva a tutti.