Il tribunale di Genova, con un’ordinanza storica, ha ammesso il comitato dei parenti delle vittime del ponte Morandi tra le parti civili del processo sul crollo. È la prima volta in Italia. La portavoce Egle Possetti: “In quattro anni non abbiamo mai mollato, la nostra tenacia ha portato a questo risultato”

Comitato vittime ammesso al processo del Ponte Morandi

Finora i giudici di tutta Italia hanno sempre escluso dalle parti civili i soggetti costituiti dopo il reato, compresi quelli che riuniscono i familiari di chi ha perso la vita. Per questo Raffaele Caruso, l’avvocato che assiste il comitato, ha tentato fin dall’inizio un’impresa che sembrava disperata: convincere i giudici genovesi a superarlo, perché “assurdo e ingiusto”.

Un’istanza che era stata respinta dal giudice dell’udienza preliminare, ma che il collegio di primo grado ha deciso, con un provvedimento motivato nei dettagli, di accogliere. “Sono felice fino alle lacrime“, dice il legale. I familiari presenti in aula hanno accolto il verdetto con commozione e abbracci. Ed Egle Possetti, la portavoce del comitato, non nasconde l’entusiasmo: “Con questa decisione, finalmente, situazioni simili alla nostra potranno avere un riguardo diverso“.

Il Tribunale ha riconosciuto l‘”evidente peculiarità” della posizione del Comitato rispetto alle centinaia di altri soggetti che si sono costituiti parte civile, la maggior parte dei quali non ammessi. E nota che “per tipi di danno quale quello derivante dal collasso di un ponte (…) la sofferenza morale prospettata riguarda, più che una sola persona, un’intera collettività fruitrice dell’infrastruttura, e quel pregiudizio arriva a precedere l’evento e a essere già riferibile ai singoli prima del compiersi del crollo, risultando connesso alla grave incuria nella gestione di servizi essenziali, tra cui strade e autostrade”.

Le famiglie di chi ha perso la vita nel crollo, dunque, potranno partecipare in modo collettivo al processo che vede alla sbarra i presunti responsabili

“Decisione dalle conseguenze enormi”

L’avvocato Caruso ha commentato così l’ordinanza del Tribunale:

I giudici sono stati davvero coraggiosi. È una decisione dalle conseguenze enormi e un segnale molto bello, anche per lo spirito che trasmette. La soddisfazione più grande è il sollievo dei parenti che si colpevolizzavano per aver accettato i soldi di Autostrade, pensando di aver perso per sempre il diritto a chiedere giustizia nel processo. 

In udienza una mamma è scoppiata in lacrime e mi ha detto:

Ora mi sono tolta il peso di quella firma. Siamo contentissimi, ringraziamo il lavoro dell’avvocato Caruso ma anche noi stessi, perché è la nostra tenacia ad aver portato a questo.