Bossi risulta eletto: sembrava escluso dal Parlamento, dopo 35 anni. Ma sul sito del Viminale il fondatore della Lega è eletto nel collegio plurinominale di Varese.
La fine di un epoca era vicina, anzi l’epoca si poteva già ritenere conclusa: lunedì 26 settembre si è evinto che il partito della Lega è crollato così tanto nei consensi elettorali da travolgere anche il suo fondatore. Tant’è che doppia era la beffa in Lombardia: Fratelli d’Italia che doppiava il Carroccio e Umberto Bossi fuori dal Parlamento dopo 35 anni. Ma quando tutto era già sulla via del tramonto ecco il nuovo ribaltone: No, il Senatur è stato eletto. Anche se, questa volta, il suo posto sarà alla Camera.
Per il partito del carroccio questa notizia non è la sola rinfrancare tuti i suoi iscritti perché nel frattempo nei conteggi del ministero degli interni anche Giulio Centemero, tesoriere della Lega, risultava ora eletto in Lombardia.
Per il meccanismo legato alla legge elettorale per cui un candidato può essere eletto in più collegi, la sorte di Bossi pareva dipendere dalla leghista Silvana Comaroli, che risultava eletta sia in Lombardia che in Piemonte. Nel caso Comaroli avesse optato per il Piemonte, avrebbe lasciato il posto in Lombardia al fondatore della Lega.
Ma già dal pomeriggio il partito faceva notare l’errore nell’attribuzione dei seggi: Un’ora dopo esce la nota del ministero dell’Interno in cui si spiega che è stato fatto un aggiornamento della ripartizione dei seggi proporzionali della Camera dei deputati in alcuni collegi plurinominali:
Bossi risulta eletto: le parole di Calderoli
Bossi risulta eletto: Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, l’uomo dei numeri della Lega, dice: “Un errore del Viminale”!
Dettagliatamente spiega cosa sarebbe successo.
“Il ministero dell’Interno nell’attribuzione provvisoria dei seggi dei collegi plurinominali ha preso un granchio clamoroso. Non lo dico per contestarli, ma solo perché in autotutela, fino a quando il dato non diviene definitivo, possano ancora correggerlo. In base alla corretta applicazione della legge, se questo errore venisse corretto, allora Umberto Bossi tornerebbe in Parlamento. E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo”.
“Tutto è corretto fino all’attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l’1%. L’errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l’1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di ‘+Europa’, creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28”.
La nota del ministero dell’Interno
bossi risulta eletto: la conferma dunque arriva dal sito del Viminale dedicato alle elezioni del 25 settembre: Umberto Bossi non c’era. Ma oggi il fondatore della Lega risulta eletto nel collegio plurinominale di Lombardia 2 a Varese.
Un’ora dopo esce la nota del ministero dell’Interno in cui si spiega che è stato fatto un aggiornamento della ripartizione dei seggi proporzionali della Camera dei deputati in alcuni collegi plurinominali “anche a seguito di indicazioni fornite dall’Ufficio Elettorale Centrale Nazionale presso la Corte di Cassazione. I numeri dei seggi della Camera attribuiti a livello nazionale, a coalizione e liste, “resta invariato”.
Bossi dopo il crollo della Lega: “Il popolo del Nord va ascoltato”
In fin dei conti Bossi, tanto dispiaciuto non lo era, lui non voleva candidarsi, ma a fronte di richieste si è convinto.
“Mi hanno pregato, lo ha fatto per “rispetto della militanza”.
E’ rimasto molto deluso dalla batosta che ha preso il suo partito, le sue parole in merito con una bordata a pieno viso a Matteo Salvini, attuale segretario della Lega: “Dalle urne è arrivato un messaggio “chiaro e inequivocabile” e “il popolo del Nord” che ha lanciato questo messaggio “va ascoltato”. Quello del Nord appunto, non della Lega nazionale progetto di Matteo Salvini.