Un passato glorioso, ma anche punitivo – dopo le note vicende legate al doping – fino all’attuale vita da ‘normal one’ da parte di Alex Schwazer. Intervistato dal Corriere del Veneto, l’ex campione Olimpico ha sostanzialmente messo da parte ogni tentativo di rientrare, godendosi la famiglia:

Mi sono accontentato di un’Olimpiade vinta, potevo fare molto di più, questo lo ammetto. Ma oggi non ho particolari rimpianti, perché sono grato alla vita di quello che ho: sono un uomo molto fortunato ho una famiglia bellissima. E posso assicurare che avere una famiglia solida e una moglie che ti sostiene contribuisce alla serenità.

Atletica, le parole di un amareggiato Schwazer

Il vincitore della 50 km a Pechino 2008, ha quindi parlato di quanto successo durante la sua carriera:

Cambiare le cose non è possibile, mi sono trovato nel 2012 in una situazione molto brutta a livello psicologico e mentale. Ho sbagliato e ci ho rimesso la salute e la carriera. Chi ha affrontato la depressione sa cosa significa. Ho deciso sbagliando. Per quanto riguarda il ritorno alle gare, non lo farei più. Ho voluto totale trasparenza, ma questo ha creato qualche ostacolo supplementare. Il mio ritorno è stato una guerra di altri interessi. Ho vissuto due ingiustizie, una a Rio e l’altra a Tokyo. Io volevo avere un nuovo processo sportivo, penso che lo avrei meritato. La seconda ingiustizia è stata prima di Tokyo. Magari qualcuno non lo capirà, ma non ho mai cercato di doparmi per aver cercato un vantaggio nei confronti dei miei avversari. L’ho fatto perché altri lo avevano fatto come i russi. Io nella mia testa volevo essere come loro. La mia seconda squalifica è stata ingiusta, anche se sappiamo che la giustizia ordinaria non è la stessa cosa della giustizia sportiva.

Etichettato per sempre?

Dipende tantissimo dal punto di vista. Sono convinto che molti crederanno sempre che io sia un dopato, ma il 90% ha una visione globale della mia carriera. Il mio caso doping ha avuto parecchio clamore mediatico. Ho imparato che nello sport ti insegnano che devi sempre dare tutto, non c’è solo il bianco e il nero ma anche il grigio, come nella vita. Dopo le Olimpiadi non sono riuscito a trovare un equilibrio come persona.