Si chiude dopo oltre sei anni l’inchiesta giudiziaria sulle responsabilità del terremoto di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo. Assolti tutti gli imputati, tra cui l’ex sindaco Sergio Pirozzi, accusati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo: al centro dell’indagine il crollo di una palazzina Ater (ex Ina Casa) nella centralissima Piazza Sagnotti, che causò 7 vittime.
Terremoto Amatrice, per il Tribunale di Rieti il fatto non sussiste
Assolti perché il fatto non sussiste, così il giudice Carlo Sabatini ha deliberato nella sentenza sull’indagine per disastro colposo legata al terremoto di Amatrice che devastò il Centro Italia nell’agosto 2016. Il Tribunale di Rieti proscioglie dunque i sei imputati al processo, tra cui l’ex sindaco del comune fantasma e attuale consigliere regionale della Lega Pirozzi.
Insieme a Pirozzi assolti anche Ivo Carloni (ingegnere), Giovanni Conti, Salvatore Scacchi e Valerio Lucarelli (funzionari del Genio civile) e Gianfranco Salvatore (nel frattempo deceduto). Non accolte dunque le richieste che erano state presentate in sede di dibattito dal pubblico ministero Lorenzo Francia: 6 anni di reclusione per l’ingegner Ivo Carloni, 5 anni per i due funzionari del Genio civile, Valerio Lucarelli e Giovanni Conti, l’assoluzione per Pirozzi e per il funzionario del Genio civile, Scacchi.
Notevole il sollievo di Sergio Pirozzi, che ha affidato il suo commento sulla sentenza all’avvocato Mario Cicchetti:
È stata fatta finalmente giustizia. Dopo 4 anni e mezzo di un intenso dibattimento, nel corso del quale sono stati sottoposti al tribunale di Rieti tutti gli strumenti per poter procedere alla verifica dei fatti, si è giunti ad una sentenza giusta di proscioglimento. Per l’ex sindaco Pirozzi, che tanto ha dato alla sua comunità, è certamente una bella notizia
L’avvocato della parte civile ha dichiarato che “le famiglie delle vittime prendono atto della decisione, leggeranno e troveranno spiegazioni delle assoluzioni di oggi nelle motivazioni della sentenza”