Ha fatto molto discutere nelle scorse ore un post pubblicato dalla titolare di un locale di Livorno. “Noi i soldi di chi l’ha votata non li vogliamo – si legge nel post. Siete gentilmente pregati di essere coerenti con il vostro voto e di non frequentare più il nostro baretto di invertite/deviate”, mentre un post scriptum recita: “L’unica cosa di deviata/invertita è il vostro cuore e cervello. Vergogna”. Il riferimento a Giorgia Meloni e ai suoi elettori è evidente e la foto, a poche ore dall’esito delle politiche, diventa subito virale, scatenando una vera e propria bufera mediatica, che ha poi portato la titolare a spiegare il suo punto di vista sulla questione. Romina Materazzo, questo è il suo nome, ha deciso di farlo attraverso un’intervista rilasciata al Tirreno.
Non sono una persona che vive di politica o che può ritenersi un’esperta dell’argomento – esordisce. Ma quando ho visto i risultati domenica sera non ci volevo credere. Sapevo che la destra era molto favorita, ma fino all’ultimo speravo in un risultato diverso. Si tratta dell’Abc, dei diritti che ogni persona si merita di avere: con questo voto siamo tornati indietro dopo tanti anni di lotte e diritti conquistati.
La proprietaria del locale “La Bua dell’Orata”, che si trova a Scali Novi Lena, ha così spiegato la sua reazione:
Sono omossessuale e da domenica sera sto male al pensiero di avere al comando del paese un’omofoba. Non voglio che si pensi che noi abbiamo un’idea distorta del concetto di democrazia. Il nostro è un pub aperto a tutti, però non ospita chi invece vota Meloni, per me sono liberi di farlo, ma infatti questa è solo una richiesta di coerenza, di non recarsi in un locale gestito da persone che la loro leader discrimina. La nostra idea è che chiunque entri nel pub deve sentirsi a casa, a proprio agio, e io in questo paese da domenica sera non mi sento a mio agio, perchè a capo del paese ci sarà una persona che discrimina le persone per sesso, orientamento sessuale e colore della pelle. Un’altra cosa che voglio chiarire per evitare fraintendimenti è la definizione “Invertite/Deviate” è un titolo di uno spettacolo teatrale con cui ci definiamo noi e chi ci conosco lo sa, è una battuta, un modo simpatico.
Stando alle sue parole, nel post non avrebbe quindi cercato di “bandire” gli elettori della Meloni, come molti hanno ipotizzato, accusando il locale di mettere in atto un “nuovo fascismo“.
È un aspetto importante che voglio sottolineare ad ogni costo. Anzi certe accuse mi hanno ferita molto. Io non ho proibito niente a nessuno, ho solo chiesto di essere coerenti con le proprie idee. Perchè uno che ha votato Meloni, che discrimina gli omossesuali, dovrebbe esser ben accetto nel nostro locale? Poi di bar in città ce ne sono a centinaia, quindi ci sono alternative a volontà, mentre di leggi a salvaguardia della comunità omosessuale non ce ne sono e persone come me e la mia compagna non ci sentiamo tutelate.
Livorno, le parole della titolare del locale sotto accusa
Ma non è bastato a calmare le acque, tanto che questa mattina, Romina ha deciso di esporsi nuovamente sulla vicenda e chiarire una volta per tutte il significato del suo post. Così ha scritto sul profilo Facebook ufficiale del locale:
Ho deciso di uscire da questo vortice in cui non pensavo di entrare. Non fa parte di me. Chi mi conosce sa come sono fatta, cosa volevo dire e come l’ho detto. Non sono una codarda che si nasconde dietro un dito o che non si assume le proprie responsabilita […]. Comunico a Voi e a tutti che all’ingresso del mio locale non c’è la richiesta del proprio voto, non ci ho mai minimamente pensato lontanamente. Il mio locale è aperto a tutti, chi vuole è il benvenuto e verrà trattato come ho sempre fatto: nel migliore dei modi. Io di mestiere faccio le bevute, questa situazione mediatica non mi appartiene. Ho fatto ciò che volevate, mi sono spiegata e spiegata ancora. Ma sono giunta alla conclusione che comunque ognuno prende dalle parole cioè che vuole e io parole su questo non sono più tenuta a dirle: ne ho già dette abbastanza e sarebbero sempre le solite di ieri.
E ha proseguito:
Vi ringrazio per il Vostro interesse e la Vostra disponibilità. Ma io adesso mi ricarico per cominciare la mia settimana lavorativa sperando che sia serena. L’ultima cosa che aggiungo è che non mi sembra giusto che le persone stiano recensendo il mio locale su Google per questa vicenda, sia in positivo che in negativo non sono d’accordo: per recensire un locale devi averci vissuto un’esperienza vera. Ribadisco che non era minimamente nelle mie intenzioni mettere un divieto, non mi appartiene. Sono una persona molto inclusiva e libera di esprimermi dove e come voglio o di poter declinare un invito. Per me questa situazione finisce qui […].