Proprio perché la sconfitta non è una sconfitta ordinaria e, proprio perché gli errori commessi sono la conseguenza di nodi non sciolti, abbiamo bisogno di un momento di profondo ripensamento del Pd. Non uso, per evidenti ragioni, la parola rifondazione, ma quello è il senso. Non siamo di fronte a un passaggio ordinario, ma straordinario, che chiama in causa l’identità e la nostra funzione storica”. Così, riporta l’AGI, Andrea Orlando nell’ambito di un’intervista all’Huffington Post.

E ancora: “L’obbligo che abbiamo è che, prima ancora di qualunque discussione interna, va definito uno schema di rapporto con le altre opposizioni. La campagna elettorale è finita. E sarebbe davvero fatale trovarsi impegnati in un dibattito tra le opposizioni e in un nostro confronto interno su come si fa opposizione, mentre la situazione concreta ci pone di fronte a fosche previsioni sia sul terreno economico-sociale, sia su un eventuale processo regressivo sui diritti”.

In vista del congresso: “Credo che stavolta la grande maggioranza dei nostri dirigenti e dei nostri militanti sia consapevole che siamo vicini a un punto di non ritorno di fronte al quale occorre una risposta straordinaria. Non un congresso che possiamo fare soltanto tra di noi. Abbiamo commesso già questo errore”.