Sono 12 i medici dell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto accusati dell’omicidio del giovanissimo Leonardo Preteso, morto Giovedì a causa di un duplice arresto cardiaco al quale pochi giorni era stata diagnosticata una dissezione carotidea che i medici non hanno ritenuto grave da disporre il ricovero.
La Procura di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo 12 medici dell’Ospedale SS. Annunziata della città, a seguito della morte del 19enne Leonardo Preteso dopo le dimissioni dalla struttura, al giovane infatti era stata riscontrata una probabile dissezione carotidea. Tuttavia, per i medici il quadro clinico non era preoccupante e ne hanno disposto le dimissioni. Leonardo però pochi giorni dopo è stato colto due volte da arresto cardiaco, il secondo dei quali gli è stato fatale.
Non sapendo capacitarsi del dramma e con tante, troppe perplessità su come i medici abbiano gestito il caso, i genitori del ragazzo hanno deciso di sporgere denuncia sull’accaduto presso la Questura di Taranto chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare i fatti, chiarire cosa sia successo al ragazzo e perseguire eventuali responsabilità da parte dei medici che l’hanno avuto in cura.
Nell’esposto i genitori hanno dichiarato:
“L’avevano sempre rimandato a casa con una cura farmacologica. Lo scorso giovedì notte, però, dall’ospedale Santissima Annunziata non è più uscito vivo”.
Il Sostituto Procuratore, dopo aver posto sotto sequestro e acquisito le cartelle cliniche, ha iscritto nel registro degli indagati ben 12 medici del Ss. Annunziata che operano in sette diverse Strutture Complesse.
Un atto dovuto per consentire ai sanitari sottoposti ad indagine di nominare dei consulenti di parte per gli accertamenti tecnici non ripetibili per i quali in questi giorni hanno ricevuto tutti l’informazione di garanzia, come le parti offese.
Il Magistrato ha infatti disposto per Giovedì 29 Settembre l’autopsia sulla salma del ragazzo, che sarà determinante per chiarire con esattezza le cause della morte ed eventuali responsabilità: l’incarico è stato conferito al medico legale dott. prof. Antonio De Donno, dell’Università di Bari, che procederà all’esame presso l’ospedale Moscati. Alle operazioni peritali parteciperà anche il medico legale dott. Aldo Di Fazio messo a disposizione come consulente tecnico di parte da Studio3A, società legale a cui si sono affidati i familiari del giovane per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia.
Taranto dissezione carotidea: la ricostruzione dei fatti
Leonardo, che non soffriva di alcuna patologia pregressa, il 30 Agosto era stato accompagnato al Pronto Soccorso del SS. Annunziata di Taranto dopo aver accusato delle parestesie alle mani, alle braccia, al volto e alla bocca.
Il neurologo presso il quale il ragazzo è stato indirizzato per la visita specialistica, a fronte della regressione dei sintomi e dopo una Tac risultata negativa, ne ha però disposto le dimissioni prescrivendogli di eseguire una risonanza magnetica e di tornare con l’esito un mese dopo.
La risonanza, effettuata il 6 Settembre in uno studio privato, ha rivelato un “difetto di flusso dell’arteria carotide come da probabile dissezione”.
Con questa diagnosi e ripresentandosi i sintomi, Leonardo è tornato in Ospedale il 17 Settembre: anche in questo caso, il medico che lo ha seguito non ha ritenuto necessario il ricovero, rimandandolo a casa con una terapia farmaceutica e consigliando un controllo dopo un mese.
Nella notte tra Mercoledì 21 e Giovedì 22 Settembre, il giovane ha accusato lancinanti dolori addominali, ha perso ripetutamente i sensi, ed è stato trasportato in codice rosso al Pronto Soccorso.
Il ragazzo è stato ricoverato in Neurologia ed i medici hanno tranquillizzato i genitori che il quadro clinico era stazionario e sotto controllo.
Poco dopo però la situazione è precipitata: il paziente ha subito un primo arresto cardiaco ed è stato intubato. Durante il seguente esame di accertamento è stata evidenziata un’emorragia interna di cui però non si è riusciti a conoscere la causa. Subito dopo il secondo arresto cardiaco, a cui questa volta Leonardo non è sopravvissuto.
Ora la parola spetta alla procura che accerterà le responsabilità dei 12 medici indagati e se in qualche modo il ragazzo si sarebbe potuto salvare.