Già dopo il suo primo successo “Destinazione Paradiso” voleva smettere, ed invece ha portato avanti la sua carriera per più di 30 anni. Tra qualche giorno Gianluca Grignani compirà 50 anni e, per l’occasione, si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.
Gianluca Grignani racconta la sua carriera e le sue disavventure lavorative che lo stavano portando a smettere
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Gianluca Grignani si è raccontato a 360 gradi, iniziando con il raccontate la sua carriera, che porta avanti da ormai più di 30 anni, e di alcune situazioni lavorative complicate che lo stavano portando a smettere con la musica.
Ecco le parole del cantautore:
“Il mio talento, comincia subito la denigrazione dei media. ‘Ha un bel faccino ma niente di più’, dicevano di me. Sono sempre stato fuori asse: troppo bello per essere un rocker, troppo ribelle per essere un bravo musicista, troppo bizzarro per seguire le regole. Dopo Destinazione Paradiso avevo deciso di smettere.
Non sempre sono stato circondato da persone amiche e che hanno fatto i miei interessi. Non posso fare nomi, ma in passato ho avuto collaboratori che mi hanno danneggiato molto. Sono scomparsi tanti soldi intorno a me.
Oggi scelgo con maggiore cura la mia squadra, ho un team fantastico. Ma lo sa che mi hanno ricomprato le chitarre? Me le avevano rubate. Per un musicista come me il furto delle chitarre è come la morte.
Io poi ho alcuni pezzi rari, ci tengo molto, do loro dei nomi assurdi, ci vivo insieme. Un giorno me ne rubarono diverse e mi sembrò di impazzire.
Qualche volta mi sembra di impazzire, sa? Forse è perché ho paura di non avere il tempo di riuscire a dire tutto quello che ho ancora da dire. E, mi creda, è tanto. Io devo ancora fare tutto”.
Gianluca Grignani e gli eccessi: “Ho provato di tutto, però nessuno parla del fatto che leggo Calvino o Pirandello”
Il cantautore racconta i suoi eccessi e confessa di aver provato di tutto nella vita. Ma, nonostante questo, non si spiega il perché le persone si fermino a questa considerazione della sua persona, senza vedere quello che c’è di buono.
“Intendiamoci: io ho provato di tutto. E ho fatto di tutto. Ma perché additare sempre il Grignani ribelle quando la mia carriera dimostra che c’è dell’altro? Esempio. All’Arena di Verona, l’altro giorno, sono sceso tra il pubblico a dare la mano a un signore che cantava La mia storia tra le dita.
Per me è normale, ma quando nell’inverno scorso sul palco di Sanremo, assieme a Irama ho fatto la rockstar, tutti hanno scritto semplicemente che ero ubriaco. Nella mia vita ci sono stati e ci sono dei momenti di nulla, lo so.
Mi sono rifiutato di cantare in playback, qualche volta ho fatto cazzate come dare in escandescenze. Però nessuno parla del Grignani che legge Calvino o Pirandello”.
Il cantautore parla della sua infanzia difficile
Ecco il racconto di Gianluca Grignani riguardo la sua infanzia:
“Papà se ne andò di casa e si fece una famiglia a parte, mamma fece di tutto per crescere me e mia sorella, ma a me l’affetto è mancato.
Oggi, in fondo, capisco i miei. Li ritrovo nelle stesse ansie che ho io da genitore, in quella paura di non essere all’altezza. Ma non sempre loro mi hanno capito.
Esempio: io volevo fare la scuola d’arte ma loro me lo impedirono perché, pensi un po’, erano convinti che lì giravano le canne. Non sapevano che io le canne avevo cominciato a farmele che ero poco più di un bambino e me le facevo altrove”.
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