Superbonus 110%: la cessione del credito delle banche è ancora bloccata e si attendono già delle soluzioni da parte del nuovo governo per permettere a tutti quelli che ne hanno diritto di beneficiare di questo sussidio.
Per ora, però, è tutto fermo, ed a pagarne le spese ci sono gli artigiani che hanno perso i guadagni di un anno di lavoro.
Anche se a rimetterci sono stati i lavori di tutta Italia, ecco ad ogni modo le dichiarazioni che sono state rilasciate da parte dei vertici del CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) di Conegliano.
Il racconto di Mauro Silvestrin, il presidente di CNA Conegliano: “Costretto a chiedere un prestito in banca per pagare i collaboratori”
Ecco quali sono state le dichiarazioni che Mauro Silvestrin, pittore edile e presidente di CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) Conegliano, ha rilasciato a Treviso Today, raccontando la sua storia e la sua esperienza con questo bonus edilizio:
“Avevo sempre evitato di acconsentire allo sconto in fattura perché qualcosa mi diceva di non fidarmi; poi l’anno scorso ho ceduto su pressione di un amministratore di condominio e dei condomini che desideravano usufruire del bonus facciate (credito di imposta pari al 90% della spesa).
Ho eseguito un lavoro di ridipintura della facciata dell’immobile, iniziandolo a settembre 2021 e terminandolo a dicembre.
Ho quindi emesso fattura con l’intenzione di cedere il credito, pari a 36 mila euro, alla mia banca, ma a metà gennaio hanno bloccato le cessioni di credito, sia Poste Italiane che gli istituti bancari.
Mi hanno detto che a marzo avrebbero sbloccato, poi che lo avrebbero fatto ad aprile, quindi a giugno. È passato un anno.
Ho accettato di far inserire l’importo nel mio cassetto fiscale, per poter detrarre dalle tasse la prima di dieci tranche di 3600 euro. Intanto su quei 36 mila euro, mai visti, ho già dovuto pagare le imposte.
Ora siamo all’assurdo: sono costretto a chiedere un prestito in banca per poter pagare i collaboratori, i materiali e le tasse per l’anno in corso.
Lo Stato mi chiede 40 mila euro di imposte, la stessa cifra che io ho bloccata nel cassetto fiscale. Ho deciso che non pagherò gli anticipi delle imposte dovuti entro la fine dell’anno in corso.
Mi sento preso in giro dallo Stato a cui ho dato fiducia: ho rispettato le regole e lavorato con coscienza e ora mi trovo con la mia ditta, che è sempre andata bene e ha tanto lavoro, a rischio chiusura per un inganno di Stato”.
Superbonus 110% e cessione del credito delle banche bloccata: ecco le proposte del CNA
La cessione del credito che riguarda il Superbonus 110% è ancora bloccata e si attendono delle soluzioni da parte del governo, che sia quello provvisorio oppure quello che si insedierà nei prossimi mesi.
Per adesso, però, a doverne fare le spese e soprattutto a pagare le conseguenze di questa mancanza da parte delle Istituzioni sono tutti gli artigiani ed i lavoratori che, malauguratamente, si sono fidati dello Stato aderendo a questa iniziativa.
Mentre si attendono dei nuovi sviluppi, il CNA di Conegliano e di Treviso ha fatto delle proposte per sbloccare questa situazione:
Mattia Panazzolo (direttore di CNA Treviso): “I decreti Aiuti-bis e ter non hanno risolto il problema della cessione del credito, pur mitigando, il primo, gli effetti della responsabilità solidale. Le conseguenze le vediamo quotidianamente: aziende sane che rischiano di fallire.
È inoltre mancata, in questi atti normativi, la proroga delle scadenze di utilizzo del superbonus 110%: ora è imminente quella del 30 settembre per gli interventi sugli edifici unifamiliari.
Serve che vengano prorogate almeno fino alla fine dell’anno: i ritardi delle ditte sono stati causate dalla scarsità di materiali e dalla estrema difficoltà a reperirli, non da inefficienze gestionali”.
Sisto Bravo (direttore di CNA Conegliano): “Il tema della gestione dei crediti fiscali ha approfondito il solco di fiducia tra Stato e imprese: siamo all’inverosimile con aziende che devono indebitarsi per riuscire a pagare la tasse, pur avendo in pancia centinaia o decine di migliaia di euro di crediti.
Vanno trovate soluzioni. Chi ha crediti legati ai bonus edilizi deve poter scalare gli importi delle tasse: è il minimo per rispondere ai grandi disagi che sono stati creati”.