San Siro è pronto a cambiare forma. La casa di Inter e Milan da quasi 90 anni non ci sarà più, e al suo posto sorgerà un nuovo impianto. La Cattedrale sostituirà in tutto e per tutto la Scala del calcio, di cui non rimarrà nemmeno una piccola parte. Vicino al nuovo stadio sorgerà un parco pubblico di oltre 100mila metri quadri, una cittadella dello sport e un’area commerciale. Entro il 2027 ci sarà la svolta, e Inter e Milan si godranno un nuovo San Siro. Alla vigilia del dibattito pubblico relativo allo stadio, che ha lo scopo di presentare il progetto e valutarlo con i tifosi e la comunità, Paolo Scaroni, presidente del Milan, e Alessandro Antonello, CEO Corporate dell’Inter, sono intervenuti in conferenza stampa.
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— AC Milan (@acmilan) September 25, 2022
San Siro, Scaroni: “Impossibile ristrutturare”
L’apertura al dialogo con cittadini e tifosi è una vera novità. Dubbi, perplessità ma anche consigli e proposte: è per questo che Inter e Milan hanno indetto questo dibattito pubblico che partirà mercoledì 28 settembre e si concluderà il 18 novembre. “Tre anni fa abbiamo iniziato questo percorso che guardiamo con ottimismo. Domani inizierà il dibattito pubblico, ascolteremo quello che uscirà. Questo è un processo che ci ha fatto perdere tempo, ma se riusciremo uscirne in modo positivo sarà un anno guadagnato“, ha aperto Scaroni in conferenza. Ha poi continuato: “Io vorrei spiegare perché non si può ristrutturare San Siro. Ci sono vari motivi, ma mi limito a dire il motivo principale: come facciamo a giocare 50 partite più altre eventi con un mega cantiere in cui ogni sei giorni entrano 50 mila persone? Vi assicuro che questa cosa è impossibile e molto pericolosa. Tutte le ristrutturazioni sono avvenute dove c’era un solo club e dove c’era uno stadio vicino in cui traslocare per un certo periodo. Ogni volta che sento dire perché non ristrutturiamo San Siro penso che chi lo dice o non ha riflettuto fino in fondo oppure non vuole fare niente. Per noi è un’ipotesi impossibile. Quindi o facciamo il nuovo stadio a San Siro oppure lo facciamo da un’altra parte”.
Il presidente ha anche spiegato perché continuare a lavorare su quella zona, nel quartiere dove sorge lo storico stadio. “Se siamo qui è perché crediamo al progetto San Siro. Ovviamente guardiamo anche altrove perché dobbiamo avere delle alternative e poi perché magari troviamo aree con delle caratteristiche che San Siro non ha. Non abbiamo quindi piani B, ma solo diversi piani A“. Sui costi e il ruolo del Comune: “La Cattedrale costava 600 milioni, oggi forse ne costerebbe 800. Non abbiamo ancora fatto certi conti, li faremo quando ci sarà il progetto esecutivo. Da quando parte la progettazione esecutiva serviranno parecchi mesi prima di partire con i lavori, servono 9-12 mesi. La progettazione esecutiva costa circa 50 milioni, magari è aumentata anche lei, ma è un punto fondamentale prima di costruire il nuovo impianto. Lo stadio sarà del Comune che darà la concessione, proprio come succede ora. Tutto il terreno è del Comune di Milano“.
Antonello, CEO dell’Inter: “Lo stadio avrà 60-65 mila posti”
Il CEO Corporate dell’Inter Antonello ha spiegato la forza e il valore del nuovo San Siro. “Il nuovo impianto sarà un punto di arrivo e rispetto al progetto iniziale i club hanno rimodulato le volumetrie per più di un terzo, abbiamo più che raddoppiato il verde. Vorrei ricordare che questa diventerà una zona a traffico limitato, forse la più grande di Milano. Riteniamo il nuovo stadio possa essere un valore aggiunto non solo per i club ma anche per i cittadini“. Un progetto pensato proprio per tutta la comunità, che sarà prima di tutto sostenibile e attendo all’ambiente. “Milan e Inter fanno parte della storia di questa città e hanno sempre fatto parte della parte attiva di questa città. Di conseguenza l’intenzione è che i club continuino a investire a Milano e per Milano. Per Milano si intende non solo per i tifosi ma anche per la cittadinanza. L’investimento sarà di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro, e garantirà migliaia di posti di lavoro. Gli obiettivi sono chiaramente sportivi perché lo stadio ormai è un elemento imprescindibile per migliorare. Ma oltre a ciò ci sono obiettivi di natura ambientale, sociale e sostenibile. Sul campo di San Siro entrambi i club hanno avuto numerosi successi. Il fatto di essere ancora qua a Milano deve fare da trade union fra il glorioso passato e il futuro che i club vogliono vivere e trasmettere alle nuove generazioni. Poi la memoria può essere interpretata a livello architettonico”. Antonello ha poi parlato anche della capienza, sensibilmente ridotta rispetto all’attuale San Siro: “Prima della pandemia la capienza media era intorno ai 60 mila spettatori. Dopo la pandemia c’è una partecipazione più ampia. L’idea è di avere uno stadio da i 60-65 mila posti, su questo stiamo lavorando“.