Wanna Marchi e Netflix hanno funzionato. La docu-serie di 4 puntate che racconta la storia dei successi e delle (rovinose) cadute della televenditrice è andata molto bene. E' stata molto vista e, soprattutto, è stata molto discussa sui social. Quello che ha bucato, però, non è stato il personaggio ma ciò che ha rappresentato (e rappresenta ancora) insieme alla figlia. Come ben sintetizza la recensione della Tana del Cobra, "Wanna Marchi e Stefania Nobile sono la crudeltà. Odiano e non smettono mai di farlo". Da questo punto di vista il prodotto è stato davvero innovativo. Raccogliamo i diversi punti dei critici di settore.
Il titolo del momento è una docuserie sullo stile della fortunata "Sanpa" e racconta, con immagini di repertorio, la vita della più famosa (e odiata) televenditrice d'Italia. Scritta e ideata da Alessandro Garramone insieme a Davide Bandiera, la regia è stata affidata a Nicola Prosatore e si struttura in 4 episodi da circa 40 minuti l'uno. La figlia Stefania Nobile è co-protagonista con la madre mentre non c'è nessun accenno al fratello Maurizio che fa l'antiquario e non aveva alcun interesse a partecipare.
Wanna Marchi su Netflix rappresenta la crudeltà e ancor più sua figlia. Sempre dalla Tana si evince così:
Ciò che ha reso possibile il successo di Wanna Marchi su Netflix è il racconto dell'Italia anni 80 e anni novanta. Quel disastro culturale in cui i valori spariscono a favore dei soldi. Soldi facili, neri, veloci. Soldi che girano in un paese che spende per apparire e che pensa che si possa comprare tutto. Anche la fortuna che, non a caso, la televenditrice mette in vetrina nella comprovata truffa montata insieme al Mago Mario Do Nascimento.
La docuserie ha lasciato il segno. Ecco qualche commento dai social su Wanna Marchi e Netflix:
Ecco il trailer della docuserie "Wanna" su Wanna Marchi su Netflix: