Cosa significa essere donna nel ventunesimo secolo? Quanto è lunga la strada che porta a un’effettiva parità di genere? Il mondo scarlatto è un’indagine sulla condizione femminile lontana tanto dalle visioni monolitiche e stereotipate della donna (e di un maschio nemico per natura), quanto dall’idea che il “secondo sesso” ormai abbia tutto. Negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti, ma anche nei Paesi considerati più “civili” permangono gravi disparità (su tutte, il famoso gender pay gap). E mentre l’Occidente esalta l’empowerment femminile, sfrutta migliaia di donne nei Paesi in via di sviluppo. E che dire della scarsa rappresentanza politica, o delle discriminazioni nel mondo della moda e dello sport? Per non parlare delle vittime del traffico di esseri umani, o della violenza che ancora affligge le vite di troppe donne in tutto il mondo. Grazie a una mole sorprendente di dati e ricerche internazionali, Giada Maldotti passa in rassegna sia le questioni più scottanti sia le più trascurate (sapevate che l’aumento della siccità penalizza soprattutto le donne?). Nasce così la proposta di un femminismo gentile, ma d’azione e pragmatico. Un appello al coraggio delle stesse donne, perché diano spazio alle proprie qualità e difendano i propri diritti, partendo dalla realtà in cui operano tutti i giorni. Giada Maldotti, imprenditrice di successo e autrice del libro è intervenuta su Radio Cusano Campus nella trasmissione “Che Musica Maestro!” con Arianna Caramanti e Lele Martinelli.

Il titolo del libro

Il libro aveva un altro titolo ma non lo sentivo mio: così con una mia amica ci siamo messe a discutere del colore rosso, che fino a qualche tempo fa era un marchio di infamia: basti pensare che nel medioevo una donna coi capelli rossi veniva considerata una strega e poi il colore rosso è il colore del ciclo mestruale del quale ci siamo sempre vergognate noi donne. Una donna che si vestiva di rosso poi in passato veniva considerata una donna di facili costumi: ecco, io volevo sdoganare la bellezza di questo colore che mi ha aiutato anche tanto a sentirmi più viva quando vivevo nei paesi nordici e la nebbia era l’unico colore di tante giornate buie e tristi.

L’esigenza di scrivere il libro

Per risolvere le disuguaglianze bisogna conoscerle: occorre affrontare dei temi fondamentali e tralasciare quelli più irrilevanti. A mio parere ad esempio è molto più facile scrivere un articolo sul depilarsi le ascelle oppure no anziché parlare dei problemi delle donne nel mondo, alle quali manca l’acqua, donne sfruttate davvero e non quelle a cui si fa cat-calling che, secondo me, non è una tematica così importante da affrontare e non è una cosa così grave. Ci sono pochi dati sulle problematiche serie delle donne e ci si sposta su questi argomenti più frivoli.