Ennesimo episodio, questa volta il fuoco divampa a Caronno Pertusella, un paese in provincia di Varese. Come sempre pronti, sono subito intervenuti i Vigili del fuoco che si sono messi immediatamente in azione nella tarda serata di ieri per domare un vasto incendio scoppiato in un campo in via Alessandro Manzoni. Per cause in via di accertamenti, (il dolo non sarebbe da escludere) oltre 100 grosse rotoballe di fieno sono in fiamme.
Caronno Pertusella incendio oggi: droni in volo
Sul posto sono intervenute con le autobotti le squadre di operatori da Varese e dai paesi limitrofi Tradate, Busto Arsizio e Milano. Durante le esecuzioni di spegnimento i vigili del fuoco si sono disposti a protezione di alcune abitazioni e di una linea ferroviaria nelle vicinanze.
Sul posto sono arrivati anche gli specialisti del nucleo S.A.P.R. (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto) dotati di droni per monitorare il rogo dall’alto. Qualche minuto dopo la mezzanotte è stato definitivamente domato il fuoco.
Sempre più l’ aiuto dei droni
Oggi sempre più spesso vengono utilizzati i droni. La tecnologia dà sempre di più il segnale che non si puo fare più ameno di lei. Questo tipo di apparecchio (nel senso di un piccolissimo aeroplano o ragnetto volante) è fondamentale perché tempestivamente riesce ad intercettare gli incendi o anche piccoli focolai. Il prototipo spesso è dotato di celle fotovoltaiche collocate sulle ali, può volare di giorno e di notte senza sosta con un autonomia di una decina di ore. Riesce a monitorare superfici di circa 500 ettari all’ora con un sofisticato sensore all’infrarosso, fornendo alla centrale di controllo le coordinate precise di roghi anche di ridotte dimensioni (addirittura 30-40 centimetri di diametro, come un falò di campeggiatori) prima che l’incendio divampi e causi danni irreparabili.
Nell’agricoltura, più probabilità di incendi
Se a Caronno Pertusella si valuta la possibilità di un incendio doloso, si potrebbe non escludere anche l’incendio causato da autocombustione, infatti nel campo dell’agricoltura accadono spesso incendi: di regola la causa è legata spesso (ma non solo) al caso di insufficiente essiccazione di paglia e fieno che genera surriscaldamento e di conseguenza porta all’autocombustione.
La probabilità di insorgenza di un incendio dunque è maggiore nelle attività agricole se confrontata con altre attività, in quanto nelle immediate vicinanze di fonti di innesco si trovano spesso sostanze facilmente combustibili cosicché le condizioni per un incendio sono sempre presenti: sostanze facilmente combustibili, fonti di innesco e ossigeno.
Bisogna stare molto attenti, perché in un battibaleno quello che potrebbe sembrare un principio di incendio o un fuocherello pazzo potrebbe purtroppo rivelarsi un vasto incendio. Da tenere sotto controllo la propagazione dell’incendio e la velocità di propagazione che provoca un incendio generalizzato nel giro di pochi minuti che solo l’intervento dei vigili del fuoco può porre rimedio.
Perché il fieno può bruciare per autocombustione?
Il fieno (l’erba tagliata e fatta essiccare al sole) può facilmente essere soggetto a prendere fuoco per autocombustione, ossia senza interventi esterni. Ciò può capitare perché, se il composto viene immagazzinato non perfettamente asciutto, al suo interno si verificano fenomeni di fermentazione. Questi fenomeni sono causati da microrganismi che in presenza di ossigeno provocano l’ossidazione delle sostanze organiche e generano abbastanza calore (arrivano a resistere a una temperatura di 75 gradi). Ciò innesca nuove reazioni e causa la combustione dei gas infiammabili che si sviluppano durante la fermentazione stessa.
Si prevede che si verificherà un riscaldamento pericoloso nel fieno che contiene più del 25% di umidità. Il maggior numero di incendi si verifica entro 2-6 settimane dallo stoccaggio, mentre la maggior parte si verifica tra 4 e 5 settimane.
Quanti gradi per autocombustione?
Partendo dall’ossigeno atmosferico, portano la sostanza in fermento alla temperatura di 40-45°C in una prima fase, a 70-75°C in una seconda, cioè la temperatura massima raggiungibile da microbi. Per raggiungere la temperatura necessaria all’autocombustione, sono necessarie ulteriori reazioni esotermiche di ossidazione.