“Siamo ansiosi di lavorare con il governo italiano sui nostri obiettivi condivisi: sostenere un’Ucraina libera e indipendente, rispettare i diritti umani e costruire un futuro economico sostenibile. L’Italia è un alleato fondamentale, una democrazia forte e un partner prezioso“. È il commento del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in un tweet, all’indomani delle elezioni italiane.
L‘Emilia Romagna va al centrodestra. E Bologna vista dall’alto è un puntino rosso in un mare azzurro confermandosi fortino (piccolo) della sinistra. Nella regione guidata da Stefano Bonaccini (Pd) il centrodestra (al 39%) ha preso quattro punti in più rispetto al centrosinistra. E anche qui il partito di Giorgia Meloni raggiunge consensi storici. Sempre in ambito regionale la coalizione di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia vince la sfida nei collegi uninominali: 3-2 al Senato e 7-4 alla Camera. Il Pd, in Emilia Romagna, rimane il primo partito con il 28% (Camera) tallonato da Fratelli d’Italia (25%).
In questo contesto, dove domina il centrodestra, Bologna appare come una sorta di villaggio di Asterix che issa la bandiera rossa. Qui il Partito democratico svetta ancora sugli avversari con percentuali sopra alla media e traina la coalizione di centrosinistra portandola sopra al 40%, in controtendenza rispetto ai dati sia nazionali che regionali.
Elezioni 2022. La mappa
Crolla anche il fortino rosso della Toscana che, per la prima volta nella storia, passa in mano alla coalizione del centrodestra che si afferma con il 38% di consensi contro il 34% del centrosinistra. Alla fine il conteggio delle sfide nei 13 collegi uninominali riporta una netta affermazione per la coalizione trainata da Giorgia Meloni: 10 seggi conquistati contro i tre del centrosinistra che evita il cappotto solo grazie ai risultati di Firenze.
Decisivo in questo senso la vittoria dei due seggi alla Camera da parte dell’assessore fiorentino, Federico Gianassi e dell’ex sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, così come il successo al Senato della candidata di Sinistra Italiana–Europa verde, Ilaria Cucchi. FdI sbanca sul territorio regionale ma manca il doppio sorpasso ai danni del Pd: al Senato è il primo partito con una differenza di soli 1.295 voti in piu’ rispetto ai dem, alla Camera invece si ferma subito sotto di 8.190 voti. La Lega e Forza Italia si attestano al 6,5% e al 5,5%.
Complessivamente la coalizione composta da FdI, Lega, Fi e Noi moderati raggiunge il 44,5% dei voti, sette punti in più rispetto al 37,5% del 2018. Vince nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali di Camera e Senato.
Il centrosinistra, composto da Pd, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Impegno civico, si ferma al 26,2%, sostanzialmente stabile rispetto al 2018 quando il centrosinistra e Leu ebbero complessivamente il 25,7%. Sono pochi i collegi uninominali dove prevale il centrosinistra, anche in regioni come l’Emilia Romagna e la Toscana.
Il Movimento 5 Stelle, correndo da solo, ottiene il 15,2% dei voti e vince a sorpresa in oltre dieci collegi uninominali del sud, soprattutto nel napoletano, nel palermitano e a Foggia. Rispetto al 2018, quando ebbe il 32,2%, M5s cede il 17%. La lista Azione-Iv, non presente nel 2018, ottiene il 7,7%.
Nel centrodestra la parte del leone la fa Fratelli d’Italia che sestuplica i voti rispetto al 2018, passando dal 4,3% al 26,4%. Lega e Forza Italia quasi dimezzano i loro voti: il Carroccio passa dal 17,6% al 9%; FI dal 14,4% all’8,3%