I fertilizzanti azotati rischiano di diventare un grosso problema per il futuro. Da tempo ormai si parla della problematica legata agli allevamenti intensivi e all’agricoltura invasiva, con la discussione di riforme per contrastare l’inquinamento prodotto. E proprio in merito a questo le notizie che arrivano non sono poi così incoraggianti.

Come sostituire i fertilizzanti azotati

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports ha scoperto che i fertilizzanti azotati sono responsabili del ben 2,1% di gas serra. A differenza di quelli organici provenienti da materiale vegetale o animale, sono prodotti dall’uomo attraverso processi chimici e durante la loro fase di produzione e trasporto, sarebbero responsabili dell’emissione di carbonio. Il loro uso agricolo andrebbe a rilasciare il protossido di azoto (N2O), un gas serra 265 volte più potente dell’anidride carbonica (CO2) nell’arco di un secolo.

Quando infatti i fertilizzanti azotati vengono a contatto col suolo, una parte viene assorbita dalle piante e l’altra parte viene invece utilizzata dai microrganismi del suolo che andranno a produrre N₂O come sottoprodotto del loro metabolismo.

Inoltre, da un’attenta analisi dei dati provenienti dal 2018, si evince che il Nord America detiene il primato nell’utilizzo dei fertilizzanti azotati per persona (40 kg), seguito dall’Europa con 25-30 kg. L’Africa ha registrato invece il consumo più basso pari a 2-3 kg. Secondo gli esperti, la strategia più efficace sarebbe quella di ridurre le emissioni e il loro utilizzo, seguendo magari l’esempio della Danimarca che realmente sta investendo in ambito ambientale.