Tra i dati relativi alle elezioni politiche quello dell’affluenza è sempre monitorato con una certa attenzione dagli addetti ai lavori: ebbene, numerosi sono i disagi legati al voto per i cosiddetti “fuori sede” e per gli studenti in Erasmus, che hanno lamentato parecchi ostacoli burocratici che hanno impedito di esprimere le legittime preferenze.
Elezioni, la testimonianza di una ragazza in Erasmus
Il tema dei giovani e del voto alle elezioni torna di prepotente attualità con le politiche appena terminate: il giorno dopo non mancano racconti di chi, da “fuori sede” o da studente in Erasmus, non ha potuto esercitare il diritto di voto a causa di una burocrazia opprimente. Il disagio dei giovani 20enni italiani è largamente diffuso e condanna fermamente il partito di chi li accusa di essere semplicemente disinteressati.
Tiene banco la testimonianza di una 19enne all’Adnkronos, in Erasmus a Birmingham (Regno Unito):
Dopo oltre un mese non ho ricevuto né il plico né il duplicato che ho domandato successivamente per poter votare. Ho sollecitato l’invio più volte. Nessuno ha mai risposto alle mie mail e quasi tutti gli studenti italiani che vivono a Birmingham non sono riusciti a votare. Il problema? Che quanto accaduto non è stato un caso isolato, tanti ragazzi in altre università europee hanno avuto lo stesso problema
Testimonianza di una studentessa in Erasmus
La soluzione-tampone sarebbe stata quella di dirigersi in Consolato, ma nel caso del Regno Unito non è chiaro se giurisdizione fosse a Londra (a tre ore da Birmingham) oppure nella più vicina Manchester.
Il sistema burocratico non aiuta, più che accusarci di disinteresse forse sono loro che incentivano il disinteresse. E proiettano su di noi il loro menefreghismo. Avevo seriamente intenzione di votare ma mi hanno complicato le cose: avrei dovuto sobbarcarmi sei ore di treno a mio carico dopo aver speso una miriade di ore per cercare di ottenere un minimo di attenzione
Una mia amica che fa l’Erasmus a Parigi è stata a sua volta abbandonata ma per sua fortuna si è recata nel Consolato italiano in città, pur sobbarcandosi due ore di coda perché altri avevano lo stesso problema.
Testimonianza di una studentessa in Erasmus