Rafael Nadal è uno dei tennisti più longevi della storia attuale dello sport.
Campione indiscusso e storico rivale di Roger Federer, rivale che ora è diventato un amico, ma che in fondo lo è sempre stato, è stato fianco a fianco dello svizzero durante la lunga serata del suo addio al professionismo.
Quarantotto ore dopo la partita di addio di Roger, Rafa è tornato a parlare a Partidazo de COPE delle sensazioni provate nella partita di Laver Cup e degli anni trascorsi sul campo con di fronte Federer.
Come da rivale Federer è diventato amico di Nadal
“È stato un rapporto che è stato bello fin dall’inizio e che si è rafforzato negli anni. In qualche modo le persone normali apprezzano il rivale, purché il rivale sia una persona buona. Col trascorso del tempo poi ci si rende conto che insieme si è vissuto un percorso speciale ed è così che personalmente l’abbiamo vissuto e anche il mondo del tennis lo ha percepito. Grazie a tutto ciò diverse persone che non erano interessate al tennis hanno iniziato ad appassionarsi e a manifestare interesse ed ammirazione per il nostro sport. Il nostro modo di vedere il mondo e la nostra stessa rivalità ha fatto sì che il nostro rapporto personale diventasse probabilmente più intenso e importante di quello professionale. Da qualche anno l’amicizia si è rafforzata. Per diversi motivi abbiamo dovuto essere più uniti, più in contatto e grazie a questo abbiamo fatto cose buone e belle. C’è un’intesa che si è consolidata ma ci capiamo, in alcuni casi abbiamo opinioni diverse, come è logico ma si è creato un legame d’amicizia che durerà nel tempo”.
“In campo non credo che abbiamo mai litigato. Tra noi nelle partite il rapporto è sempre stato impeccabile. Anche fuori, ma a volte abbiamo avuto punti diversi di vista su quello che vogliamo per il nostro sport e qui è stato normale avere qualche discussione, ci mancherebbe altro. La finale del Roland Garros 2009? Sono onesto, in quel momento non volevo che Federer vincesse la finale. È la realtà ma sono una persona che ama lo sport e aveva battuto Federer a Parigi nel 2005, 2006, 2007 e 2008. Quando una persona è così costante e arriva così a lungo all’ultimo atto merita di vincere prima o poi e per lui quel successo ha significato centrale il Grande Slam. Vedere vincere Roger mi emoziona e mi fa piangere a casa davanti alla tv. Sportivamente è stato brutto per me batterlo ma mi sembrava giusto e logico farlo perché puntavamo entrambi ad essere i migliori”.
Sulla storica sconfitta di Amburgo 2007
“Era un record importante per me, 81 vittorie consecutive sulla terra battuta. Ho finito la partita, mi ha battuto e quando siamo arrivati negli spogliatoi me ne sono andato, e prima di andare alla conferenza stampa ho visto che si stava facendo la doccia e gli ho detto ‘potresti lasciarmi la maglietta con cui mi hai battuto’. L’ho tenuta come ricordo”.
Nadal e il ritiro
“No, zero non è qualcosa a cui ho pensato. So che quel momento arriverà tra X o X e poco più. A 36 anni e mezzo so di essere nell’ultimo tratto della mia carriera, ma non ci penso”.