Gli studenti e le studentesse del liceo classico Manzoni di Milano hanno deciso di occupare la loro scuola come forma di protesta per la vittoria di Giorgia Meloni. I ragazzi hanno rilasciato un lunghissimo comunicato in cui emerge chiaramente la propria posizione riassunta sotto il grido di “Non rimarremo passivi davanti a un presente che cerca con ogni mezzo di toglierci il futuro che ci appartiene”.
Salvini: “Se il centrodestra ha stravinto è perché milioni di giovani hanno votato per il centrodestra”
L’ex allievo come Matteo Salvini parla così dell’occupazione in corso:
Ho fatto il liceo e ho fatto occupazione per i motivi più vari ed eventuali. Ho fatto autogestioni, scioperi. Si bigiava, figurati se al Manzoni non fanno un’occupazione per la vittoria del centrodestra. Mi preoccuperei se non la facessero.
E ha aggiunto:
Conto che gli occupanti mi invitino come ex manzoniano a parlare di scuola e futuro e di giovani. Se il centrodestra ha stravinto è perché milioni di giovani hanno votato per il centrodestra. Capisco chi il 26 settembre cerca un buon motivo per occupare e saltare scuola due giorni.
Il comunicato degli studenti del liceo Manzoni di Milano
Il comunicato diffuso dagli studenti recita:
Questa mattina, come studenti e studentesse del Manzoni, abbiamo occupato la nostra scuola per parlare e confrontarci sulla situazione in cui versano le nostre vite: crisi e disastri climatici sono ormai all’ordine del giorno, provano lentamente ad abituarci a un lavoro precario, sfruttato e mortale, e, come se non bastasse, ci prepariamo ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva, visti gli ultimi risultati elettorali.
Poi un lungo messaggio che suona quasi come un “grido di vendetta” per l’arrivo di una forza politica che dal punto di vista studentesco sembra poter negare un futuro a tanti ragazzi italiani:
Abbiamo preso coscienza di questa situazione e abbiamo deciso che questa volta non staremo fermi a guardare, non rimarremo passivi davanti a un presente che cerca con ogni mezzo di toglierci il futuro che ci appartiene; ci siamo presi e prese uno spazio che troppe volte si è dimostrato repressivo e inadatto nel tentativo di dimostrare che non solo è possibile che studenti e studentesse decidano autonomamente di prendersi dei loro spazi, ma che è anche giusto e deve diventare una pratica normalizzata; se voi ci toglierete dei nostri spazi noi saremo pronti a riprenderceli e non cederemo più su quelle cose che riteniamo indispensabili per la nostra formazione. La risposta però è stata, come al solito, una rappresaglia mirata a farci desistere, a imporci un rispetto di regole che non ci rappresentano e che sono create appositamente per impedirci anche solo di immaginare un mondo ed una scuola diversa.
Infine, il messaggio più forte indirizzato esplicitamente alla Meloni e a Confindustria:
Ma vogliamo dirlo chiaramente, alla Meloni, a Confindustria, a chi ci reprime: non siamo più dispostx a tirarci indietro, far finta di nulla e aspettare che voi cambiate le cose; perché, nonostante tutto, sempre e comunque, la scuola siamo noi.