Giorgia Meloni vince le elezioni e Fratelli d’Italia è il primo partito della coalizione. E con un risultato che supera il 25% la Meloni si avvia a diventare presidente del Consiglio: la prima donna in Italia. Quali saranno le prossime tappe verso Palazzo Chigi?
Cosa succede dopo le elezioni?
Il ministero dell’Interno renderà noti i risultati definitivi entro lunedì in serata. Secondo la Costituzione i nuovi eletti devono riunirsi entro 20 giorni dallo svolgimento delle elezioni, ovvero entro il 15 ottobre. Le prime riunioni saranno dedicate all’elezioni dei presidenti della Camera e del Senato. Subito dopo cominceranno le consultazioni. Che partiranno proprio dalla seconda e dalla terza carica dello Stato. Visto che il risultato elettorale si presenta chiaro, al massimo dopo un paio di giorni Mattarella chiamerà Meloni a formare il nuovo governo. Come da tradizione, Meloni accetterà “con riserva” e avvierà le trattative con gli alleati sugli incarichi ministeriali e sul programma.
Una volta sciolta la riserva il nuovo governo presterà giuramento nelle mani del presidente della Repubblica. E, subito dopo, come da tradizione, si svolgerà il primo consiglio dei ministri.
Chi sceglierà la Meloni per il suo governo?
Ancora non si conoscono i nomi e incarichi per il governo Meloni. Oggi i nomi più gettonati sono Giovanbattista Fazzolari (senatore e responsabile del programma di Fdi) Ignazio La Russa e Guido Crosetto (Ex sottosegretario ed esponente di Forza Italia). Invece Giovanni Donzelli, anche lui dipinto come uno dei più vicini a Meloni, resterà nel partito.
I dossier aperti: Ita Airways, Banda larga e sussidi bollette
I primi dossier aperti per il nuovo governo Meloni saranno quelli industriali. In primo piano c’è Ita Airways. Il governo ha impostato la privatizzazione scegliendo il fondo Usa Certares in alleanza con Delta e Air France. Sostituendo all’ultimo la preferenza per Msc e Lufthansa. Fdi si è schierata, con uno dei suoi esponenti più in vista come Fabio Rampelli, per lo stop. Il governo potrà provare a imporre uno stop, rischiando il primo scontro con l’Europa. Oppure lasciar andare addossando tutto al precedente esecutivo.
Ma sul tavolo ci sono anche la creazione di un’infrastruttura nazionale per la banda larga con il memorandum tra Tim, Open Fiber, Cdp, Kkr e Macquarie. E il capitolo Mps, con il recente via libera da parte dell’assemblea alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi. Tre partite che, insieme al rinnovo dei sussidi per le bollette, daranno subito il senso del prossimo governo Meloni.