“Luigi Di Maio bibitaro” è solo una delle frasi che accompagnano, in queste ore, i meme sul leader di Impegno Civico, rimasto fuori dal Parlamento dopo i risultati vicini allo zero (0,5%) registrati alle politiche. Un vero e proprio flop, per l’ex volto del Movimento 5 Stelle e ministro degli Esteri, sempre molto criticato per la sua rapida ascesa politica dopo i lavori saltuari come webmaster e steward. “Successo” che si è invertito, inesorabilmente, dopo la caduta del Conte I e la rottura con la Lega del M5S e le conseguenti dimissioni di Di Maio, lo scorso giugno. Ora per lui sembra essere arrivato il momento del declino e sono in molti a chiedersi, ironicamente, a quale lavoro potrà dedicarsi una volta allontanatosi l’orizzonte politico.
Luigi Di Maio: i meme diventati virali sul web
Non si sono fatti aspettare, sul web, i meme relativi alle elezioni politiche. È Twitter, come sempre, a guidare, con commenti pungenti e fotomontaggi ridicolizzanti. Mentre il pratoganista questa volta è soprattutto uno: Luigi Di Maio, tra i più colpiti anche dai risultati del voto.
Sono solo alcuni dei post che ironizzano su Di Maio, mentre dal diretto interessato, per ora, non sono arrivate dichiarazioni.
La sua storia politica
Nato ad Avellino nel 1986, Luigi di Maio inizia ad interessarsi alla politica fin dal liceo. Si iscrive poi all’università, prima presso la Facoltà di Ingegneria Informatica e poi di Giurisprudenza, senza tuttavia portare a termine gli studi. In questo periodo riveste però la carica di Consigliere di Facoltà e Presidente del Consiglio degli Studenti. Nel 2007 si iscrive come pubblicista all’Ordine nazionale dei giornalisti e collabora con varie testate locali, ma non è l’unico lavoro che fa prima di dedicarsi a tempo pieno alla politica: steward allo stadio, tecnico informatico, cameriere, agente di commercio e manovale per l’azienda del padre. Insomma, si dà da fare e ben presto diventa uno dei volti di punta del Movimento 5 Stelle. Nel 2013, ha inizio per lui l’ascesa politica: ottiene 189 preferenze online sul sito di Grillo e così viene candidato alla Camera dei deputati nella circoscrizione Campania 1, ottenendo il seggio. Il 21 marzo del 2013 viene eletto vicepresidente della Camera con 173 voti: è il più giovane della storia italiana a ricoprire il ruolo. Due anni e mezzo dopo entra a far parte del direttorio dei pentastellati e, nel 2017, si candida per il ruolo di premier e capo politico, stravicendo l’elezione sulla piattaforma Rousseau con l’82% delle preferenze. Poi, nel 2018, batte Sgarbi nel seggio uninominale di Acerra e inizia il suo secondo mandato da deputato. Nel governo Conte I, ricopre l’incarico di vicepremier e di ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro. Nel Conte II, diventa ministro degli Esteri, carica che conserva anche nel governo Draghi. Poi, arriva quest’anno il distacco dal M5S e la fondazione del nuovo partito, fino alla sconfitta registrata alle politiche.