Lo assicura Jean Todt, ex presidente della FIA e figura fondamentale della F1 durante il ciclo vincente della Ferrari insieme a Ross Brawn, quando gareggiava il pilota tedesco. Todt di talenti se ne intende, e vuole evitare paragoni scomodi per il campione del mondo olandese: è chiaro che quando un pilota ottiene grandi risultati, raggiunge uno status di livello, viene subito messo a confronto coi campioni del passato. In questo senso, Verstappen e Schumacher possono presentare la similitudine di riuscire a non sbagliare mai, in maniera quasi meccanica, robotica, automatica. Verstappen, così come il Kaiser a suo tempo, non commette errori e mantiene spesso un ritmo gara solidissimo.

Formula 1, le parole di Jean Todt

Todt però visse Schumacher da vicino, e spiega perché Verstappen è diverso dal tedesco:

Non so se si somigliano. Conosco Michael molto bene, Max no. Sono però due personaggi con personalità diverse, anche se entrambi sono molto determinati e aggressivi. Fuori dalla pista, Michael è una persona meravigliosa, mentre di Max non posso dirlo perché non lo conosco. Ora lo vedo concentrato sulle corse, giustamente. Poi, ovvio, entrambi hanno avuto a disposizione grandi macchine: per quanto eccezionale, ogni pilota ha bisogno di una macchina competitiva per vincere. Michael, quando nel 1996 arrivò in Ferrari, vinse solo tre gare, nonostante fosse stato campione del mondo dei due anni precedenti. Non perché aveva perso motivazioni, ma perché evidentemente non aveva la macchina”,

ha detto il francese al Festival dello Sport.

Per me è un privilegio essere vicino a Michael e alla sua famiglia. La loro vita è cambiata il 29 dicembre 2013. L’ importante e che ci sia la vicinanza degli amici. Sono cose che fanno parte della vita è che sono più importanti dei risultati e delle nostre amate corse. La vita, per tutti, non è solo corse“.