Il combinato disposto tra legge Rosato e taglio dei Parlamentari ha reso pericoloso, per alcuni, il gioco delle elezioni politiche 2022. Ne abbiamo avuto un saggio anche nella fase preparatoria all’appuntamento quando tra seggi bloccati e contendibili, alleanze fatte e disfatte, i vari partiti si sono mossi con l’obiettivo di creare terreno favorevole. I rischi erano tanti e questa nottata li ha rivelati tutti quanti: sono diversi, infatti, i politici rimasti esclusi. Alcuni nomi, anche di spicco, non entreranno nel prossimo parlamento. Vediamo di chi si tratta.

Gli esclusi: chi sono i non eletti che non entrano in Parlamento

Luigi Di Maio è il caso più eclatante. L’ex grillino, dopo la fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle, ha tentato la strada nel centrosinistra con il contrassegno di Impegno Civico. Il Ministro uscente ha perso, nell’uninominale di Fuorigrotta, contro il pentastellato Costa. Per Di Maio è una condanna: è fuori dal prossimo Parlamento.

In attesa di dati ufficiali, sono con un piede fuori anche Stefano Ceccanti ed Emanuele Fiano. I due del PD sono stati nomi chiacchierati e, addirittura, a rischio taglio da parte di Enrico Letta. Il sacrificio sull’altare della tenuta della coalizione non è avvenuto, ma l’esclusione dal Parlamento sì. Il primo nel collegio di Pisa, il secondo in quello di Sesto San Giovanni, sono in netto svantaggio sui candidati di centrodestra. Stessa sorte è toccata a Monicà Cirinnà, perdente a Fiumicino contro Ester Mieli.

Vittorio Sgarbi è in svantaggio, a Bologna, contro Casini. Lo sbarramento per Noi Moderati è lontano, e questo preclude al critico d’arte la possibilità di essere ripescato con il proporzionale. Analogo discorso vale per Emma Bonino: la leader di +Europa ha vinto il derby romano con Calenda, ma ad aggiudicarsi il seggio sarà – trend alla mano – Livia Mennuni del centrodestra. Con lo sbarramento solo sfiorato del partito, Emma Bonino manca il ripescaggio e manca l’elezione. Fuori dal Parlamento anche Mara Carfagna (Azione/Italia Viva), Simone Pillon (Lega) e Giuseppe Civati (Possibile). Non ne farà parte nemmeno lo storico Senatur Umberto Bossi.

Sono già fuori, invece, Gianluigi Paragone e Luigi De Magistris. Le rispettive formazioni politiche, Italexit ed Unione Popolare, non raggiungono la soglia di sbarramento del 3% ed escludono i due leader del Parlamento. Stessa sorte per Sara Cunial (Vita) e Mario Adinolfi (Alternativa per l’Italia).