Le intenzioni di voto sono quasi sempre segrete. Ci sono molte persone che preferiscono non dichiarare pubblicamente su quale simbolo hanno messo o metteranno una crocetta e a chi hanno dato o daranno la preferenza. Dall’altro canto c’è chi invece energicamente sprigiona la propria volontà di voto verso un partito o quell’altro.

Non c’è mai una via di mezzo quando si parla di politica, o meglio di schieramenti politici. Si parte sempre da discorsi lontani, dal fatto che non esiste più la destra e non esiste neanche più la sinistra, perché quel partito è così, quello è colà, ah, se ci fosse ancora la Democrazia Cristiana! Oppure il Pci di Berlinguer, il movimento sociale di Almirante e via dicendo.

Poi ad un tratto però si torna a parlare inevitabilmente a discutere che oggi quello schieramento è di destra, anzi è estremista, quindi fascista ovvero mussoliniana e quell’altro è di sinistra, anzi estremista e quindi comunista ovvero filo russa.

Il parere diverso accresce sicuramente il bagaglio del sapere di ognuno di noi, ma è pur vero che talvolta, anzi no, spesso si esagera. Le tessere elettorali che appartengono a persone comuni non sono materia oscura e inaccessibili, nel senso che se lo dicono pure per strada a chi votano o col sorriso o nel bel mezzo di una discussione accesa. Da precisare che ci sono sempre quelli che mantengono il riserbo.

Quelle degli artisti un po’ meno, nel senso che l’artista di turno esprimerà nelle urne il suo voto segreto e noi possiamo solo tirarlo ad indovinare, difficilmente si esporrà in televisione o nei giornali. Ci sono delle eccezioni per esempio Bady Gang ha manifestato la sua predilezione per Berlusconi, Marracash ha manifestato predilezione per l’astensionismo.

Gran parte del mondo spettacolo preferisce non prendere nessuna posizione pubblicamente. Da un lato è anche meglio perché venendo a conoscenza delle simpatie politiche di quell’artista piuttosto che dell’altro potremmo rimanere delusi, un po’ come accade con le simpatie delle squadre di calcio.

C’è un artista che invece ha dichiarato la sua intenzione di voto e ha anche sconfessato il mito che lo voleva comunista, perché ripercorrendo la sua discografia sembra lo fosse veramente: Francesco Guccini.

Elezioni 2022, Guccini: Giorgia Meloni premier? Godetevela, durerà poco. Io? Voto Casini e il Pd

Elezioni 2022, Guccini in una intervista a un noto quotidiano spiega perché a suo parere Meloni è favorita come prossima premier: “Quando ero ragazzo nelle balere si approcciavano le donne con un “balla, signora?”. Ed era o sì o no. Una volta una ragazza rispose così a un mio amico: “Proviamo anche questa”.

Ecco gli italiani dopo aver provato GrilloSalvini e Berlusconi l’Italia vuole provare Giorgia Meloni. Ma durerà poco”… è qualcosa di connotato alla società italiana, ma sono innamoramenti di pancia, che sfioriscono presto“. “Gli elettori in democrazia hanno sempre ragione. A loro dico: ‘Godetevela!'”

Il cantautore emiliano voterà a Bologna e la sua preferenza andrà al Partito Democratico. Di conseguenza, per il Senato, sarà costretto a votare proprio Casini (il suo rivale è Vittorio Sgarbi), candidato dem nel collegio uninominale del capoluogo emiliano: …Ah, ecco. Quindi Casini perché no? “Avrei preferito Elly Schlein. Spero che Casini si riveli meno di destra di quanto dicano”

L’attacco frontale alla Meloni

La leader di Fratelli d’Italia è stata accusata di avere “due facce” per via degli ammiccamenti a Vox e al contempo per le rassicurazioni sull’alleanza atlantica ed europeista. Per criticarla ha ricacciato una massima dei contadini di Pavana, (suo paese) che “definivano questo atteggiamento da uova e da latte”. Dunque sostiene che “più o meno recita due parti in commedia”.

“L’origine non si dissimula, alla fine viene fuori. Ha notato com’è violenta nei comizi? Urla continuamente”.

Le sue conclusioni

Nell’immaginario nazionalpopolare nostrano, Guccini è il cantautore comunista per antonomasia, un’etichetta che, lui ha sempre rifiutato:

…”Ho sempre toccato le vite delle persone, canzoni esistenziali, di gente che si barcamena. E non sono mai stato comunista. Non avrei mai potuto con quel che avvenne col totalitarismo sovietico, ma riconosco i tanti pregi che il Pci ebbe nella crescita della società italiana“. E come si definirebbe allora? «Un anarchico libertario. “mai stato comunista. Voterei il Psi di Nenni se ci fosse“.