Emicrania, in autunno ne soffriamo davvero di più? Pare proprio di sì. La pressione barometrica, che cambia con l’arrivo dell’autunno, l’instabilità climatica, il cambio della luce dovuta al cambio di inclinazione del sole e la progressiva riduzione delle ore di luce esercitano un effetto destabilizzante sulle nostre reti neuronali, inducendo una ulteriore destabilizzazione dell’ipereccitabilità neuronale della corteccia cerebrale dei pazienti emicranici. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è anche l’aumento dello stress tipico di questo periodo dell’anno in cui la bella stagione termina, le ferie sono ormai dimenticate e riprendono a pieno ritmo le normali attività lavorative o scolastiche.

Emicrania: in autunno momenti difficili per chi ne soffre

Emicrania in autunno? Purtroppo il cambio di stagione è un momento molto difficile per gli oltre 2,5 milioni di uomini e donne che in Italia soffrono di emicrania con aura. Si tratta di un particolare forma di cefalea che provoca un dolore descritto come pulsante, che tende a peggiorare con il movimento e con gli sforzi fisici e solitamente risulta associato a nausea e/o vomito.

“E’ evidente come alcuni fattori climatici-stagionali possono influire negativamente su tutte le forme di emicrania – afferma Giorgio Dalla Volta, Coordinatore Sezione Regione Lombardia della Società Italiana Studio Cefalee, S.I.S.C. e Direttore del Centro Cefalee dell’Istituto Clinico Città di Brescia-Gruppo San Donato -. L’emicrania con aura non è un semplice mal di testa passeggero, ma è una patologia da non sottovalutare e che rende davvero difficile la vita di tutti i giorni. I sintomi legati all’aura possono durare anche un’ora e determinare una importante disabilità. Il disagio e la spossatezza post-attacco tendono poi a proseguire anche nelle 24 ore successive. Più della metà dei pazienti ammette di avere gravi limitazioni a svolgere le proprie attività senza problemi mentre solo uno su dieci sostiene di riuscirci. Tutto ciò risulta molto problematico per l’intero sistema socio-sanitario dal momento che l’emicrania colpisce soprattutto la fascia di popolazione in età produttiva. Inoltre è quattro volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini con tutto ciò che ne consegue per i singoli nuclei famigliari”. 

Quali cibi preferire

Per cercare di contrastare e prevenire l’emicrania è possibile inserire nella dieta alcuni cibi che aiutano a prevenire gli attacchi emicranici ed eliminare quelli che invece favoriscono l’emicrania: a dirlo una ricerca che ha rivelato la presenza di sorprendenti connessioni tra i vari tipi di emicrania e il cibo. Alcuni alimenti, infatti, possono provocare attacchi emicranici, mentre altri possono prevenirli. E’ il caso del caffè, che talvolta può scacciare una crisi emicranica, e di tutti i cibi ricchi di Magnesio, Calcio, carboidrati complessi e fibre. Pare che anche lo zenzero possa aiutare chi soffre di emicrania, così come il Partenio.