La guerra tra Russia e Ucraina ha portato l’Ue ha revocare la concessione dei visti ai turisti russi: tutti d’accordo su questa strategia, tranne l’Ungheria che ha affermato di voler continuare a dare i visti Schengen alle persone in vista dalla Russia. Da Budapest, inoltre, fanno sapere che non intendono appoggiare in nessun modo le sanzioni contro il Cremlino predisposte dall’Unione europea per quanto riguarda l’energia.
Ungheria: “Politica sui visti è una politica di Schengen, non c’è decisione di smettere di concederli ai russi”
L’Ungheria è dunque intenzionata a concedere i visti Shengen ai turisti russi, come confermano le parole del ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto rilasciate all’agenzia di stampa Tass alla fine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York:
“C’è una chiara metodologia su come emettere visti per i turisti provenienti da Paesi per i quali non c’è un accordo di facilitazione ma, anche se non c’è un accordo di facilitazione dei visti, non vuol dire che non questi vengano concessi. La politica sui visti è una politica di Schengen, quindi come membri di Schengen ci sono procedure su come fare. Non è stata presa alcuna decisione di smettere di concedere visti Schengen ai cittadini russi. Rispetto gli altri che dicono che non rilasceranno visti per i cittadini russi, ma non è il mio lavoro discuterne. Noi continueremo a farlo”
Budapest si oppone alle sanzione dell’Ue
Il ministro degli Esteri dell’Ungheria Szijjarto ha parlato anche delle sanzioni che l’Ue vuole infliggere alla Russia sull’energia. Per il politico ungherese queste sono estremamente dannose, soprattutto per tutti i cittadini europei, come spiega nel corso della sua intervista:
“Se si guarda alla politica delle sanzioni dell’Unione Europea non in modo ideologico né politico ma professionale, allora è ovvio che è estremamente dolorosa per l’Europa. L’inflazione è alle stelle così come i prezzi dell’energia ed il prezzo delle materie prime alimentari sta aumentando a dismisura. Ecco perché continueremo il nostro approccio secondo cui l’energia è una linea rossa assoluta, non sappiamo cosa ci sarà in questa nuova bozza, ma quello che posso dirvi con certezza è che tuteleremo il nostro interesse nazionale, vale a dire che non saremo d’accordo con nessun tipo di sanzione che ostacolerebbe la cooperazione energetica, perché per noi è una questione fisica”
Alla base di questa decisione c’è l’impossibilità da parte dell’Ungheria di sostituire fisicamente le fonti energetiche russe, come afferma il ministro degli Esteri ungherese:
“E fisicamente, al momento, per il mio Paese è impossibile sostituire le fonti energetiche russe. È impossibile quando si tratta di petrolio, perché il possibile gasdotto alternativo non ha capacità sufficiente. E quando si tratta di gas, non ci sono altre fonti e nessun altro gasdotto in grado di fornire l’importo simile che cadrebbe perché se si dispone di un volume in calo, è necessario essere sicuri di poterlo sostituire da qualche parte”