È morta a 70 anni a causa di un ictus Hilary Mantel, famosa romanziera britannica ed autrice della trilogia sui Tudor che le è valso il prestigioso Booker Prize. Era considerata la terza donna più importante della letteratura inglese dopo Jane Austen e Virginia Woolf.
La famosa scrittrice britannica Hilary Mantel è morta all’età di 70 anni a causa delle complicazioni in seguito ad un improvviso ictus.
La notizia è stata divulgata a nome della famiglia dal suo agente di lunga data, Bill Hamilton e successivamente confermata dalla sua casa editrice Harper Collins. Hamilton ha affermato che la scrittrice si è spenta improvvisamente ma pacificamente e ne ha elogiato le capacità di scrittura ed espressione di cose che a noi non riuscivamo a vedere.
Hilary Mantel è stata una delle scrittrici più premiate in patria: è stata la prima ad essere stata insignita ben due volte dal prestigioso Booker Prize.
Dopo Jane Austen e Virginia Woolf, viene spesso presentata come la terza donna più importante della letteratura inglese. Con la sua scomparsa, la letteratura britannica e mondiale è orfana di una delle più brillanti firme contemporanee del genere del romanzo storico.
Hilary Mantel morta: la carriera letteraria
Hilary Mantel era nata il 6 Luglio 1962 a Glossop e aveva conseguito la laurea in giurisprudenza a Sheffield. Nell’arco della sua vita, l’autrice ha svolto servizio come assistente sociale in un ospedale geriatrico.
La scrittrice ha acquisito fama letteraria a partire dai primi anni 2000, dopo aver esordito come critica. A darle popolarità è stata soprattutto una trilogia romanzata sulla figura di Thomas Cromwell, potente ministro del famigerato Enrico VIII che dopo lo scisma anglicano fu in prima fila nella persecuzione dei cattolici e nello spingere la Chiesa d’Inghilterra verso una riforma di modello protestante, prima di cadere a sua volta in disgrazia ed essere giustiziato.
“Wolf Hall” è il primo titolo di questa trilogia, in Italia pubblicata da Fazi Editore. Ambientato tra il 1500 e il 1535, il libro è una biografia fittizia della rapida ascesa al potere del conte di Essex Thomas Cromwell. L’opera le consente di vincere il suo primo Booker Prize.
Ad esso è seguito “Anna Bolena, una questione di famiglia” (Bring Up the Bodies) del 2012, anch’esso vincitore del Booker Prize, ed infine nel 2020 “Lo specchio e la luce“.
La trilogia è stata tradotta in 41 lingue e con più di 5 milioni di copie vendute.
In tutta la sua carriera l’autrice ha firmato 17 opere, tra cui “Every Day is Mother’s Day” (1985), “Vacant Possession” (1986), “Otto mesi a Ghazzah Street” (1988), “Padre Fludd” (1989). A seguire nel 1994 “A Change of Climate“, l’anno successivo “Un esperimento d’amore“, nel 1998 “Il gigante O’Brien“e nel 2005 “Al di là del nero“.
Nel 2006 è stata insignita del titolo di Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico “Per i servizi alla letteratura” e nel 2014, con la stessa motivazione, ha ricevuto il titolo di Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.
La biografia e le controversie politiche
Nel 2003 Hilary Mantel aveva svelato la propria vita privata pubblicando le sue memorie dal titolo “I fantasmi di una vita“, in cui per la prima volta aveva parlato della malattia di cui era affetta: l’endometriosi. Una lunga sofferenza culminata in un intervento che ancora giovanissima le tolse la possibilità di diventare madre. Nel 2012 ne aveva parlato apertamente in un’intervista al Times, in cui ha raccontato anni di lotta contro atroci dolori, incomprensioni, cure sbagliate ed invalidanti effetti collaterali.
Impegnata anche su temi politici e sociali, Mantel non si è sottratta negli anni anche a polemiche e controversie accese, incluso verso la famiglia reale malgrado il cavalierato e il titolo di dama ricevuto dalla regina.
Spesso si è esposta in prima persona con dichiarazioni ai media forti e dirette su tematiche e problematiche che la toccano da vicina, come essere umano e come cittadina. Forte il suo posizionamento contro la Brexit e dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea ha detto di voler diventare irlandese per restare europea.
Inoltre, in più occasioni si è scagliata contro la monarchia britannica, stabilendo parallelismi storici tra l’Inghilterra dei Tudor e quella dei Windsor.