Si sta tenendo, ad Assisi, l’evento “Economy of Francesco”. Presente Papa Francesco che, nell’occasione, ha siglato il patto per l’economia di pace. Un patto in cui i giovani economisti, imprenditori, changemakers, di ogni parte del mondo si impegnano, si legge, affinché “L’economia – riporta l’AGI – di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo. Quindi: un’economia di pace e non di guerra, un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda, un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo,
bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza, un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari”.
Sempre nel patto si legge: “Un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi, un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra, un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con
Gesù e con Francesco, ‘beati i poveri’, un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza, un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere perché una felicità non condivisa è troppo poco. Noi in questa economia crediamo. Non è un’utopia, perché la stiamo già costruendo. E alcuni di noi, in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa”.
Le parole di Papa Francesco
Così il Pontefice: “Occorre un cambiamento rapido e deciso. Questo lo dico sul serio: conto su di voi! Per favore, non lasciateci tranquilli, e dateci l’esempio!”. L’AGI, poi, riporta: “Dobbiamo accettare il principio etico universale – che però non piace – che i danni vanno riparati: se siamo cresciuti abusando del pianeta e dell’atmosfera, oggi dobbiamo imparare – ha sottolineato il Pontefice – a fare anche sacrifici negli stili di vita ancora insostenibili. Altrimenti, saranno i nostri figli e nipoti a pagare il conto, un conto che sarà troppo alto e troppo ingiusto”.