Giornata mondiale del gorilla: oggi, 24 settembre, si celebra il gorilla, il re della foresta, tra le scimmie antropomorfe più vicine all’uomo dal punto di vista evolutivo. In occasione di questa ricorrenza, il WWF dà una buona notizia: i gorilla di montagna, dopo essere arrivati sull’orlo dell’estinzione, stanno finalmente aumentando di numero. Un tempo, questi primati erano solo 254 sui monti Virunga, oggi sono oltre 600 (più 400 nel vicino Uganda), e la chiave del successo risiede nella decisa lotta al bracconaggio portata avanti negli ultimi anni. Complessivamente oggi si stima la presenza in natura di oltre 1.000 esemplari.
La sottospecie, suddivisa in due popolazioni, è presente unicamente in due aree protette: nel Parco Nazionale del Virunga, ai confini tra l’Uganda, il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo, e nel Parco Nazionale del Bwindi in Uganda.
Giornata mondiale del gorilla: la situazione
Oggi è la giornata mondiale del gorilla: vediamo dunque qual è la situazione. In base ai dati del WWF gli sforzi di conservazione per la salvaguardia del gorilla di montagna continuano a dare dei buoni risultati, tanto che 4 anni fa la specie è passata da “in pericolo critico” a “in pericolo” nelle categorie di rischio della IUCN. Nonostante l’incremento delle popolazioni e il record di nascite registrato nel 2021 (24 nuovi cuccioli) la specie è però ancora a rischio. A minacciare la sopravvivenza di questi primati non è solo il bracconaggio. Cambiamenti climatici, diffusione di patologie e deforestazione sono fattori che possono avere impatti gravi sulle popolazioni residue di questo affascinante primate.
Quali sono le minacce
I gorilla di montagna sono fortemente minacciati soprattutto dal dal bracconaggio, il crimine che negli ultimi decenni in Africa ha più contribuito al drammatico declino nella popolazione di gorilla. In particolare è rischioso per i gorilla il commercio di “bushmeat” (carne di animali selvatici), che oggi avviene in tutta l’Africa occidentale e centrale. La carne di gorilla, di scimpanzé, di antilope e di molti altri animali è infatti un cibo ricercato nei mercati clandestini di molti Paesi, e viene venduta a prezzi altissimi. A questo si aggiunge la deforestazione e la perdita degli habitat dovuta allo sfruttamento forestale, legale e illegale, e allo sfruttamento del sottosuolo con le miniere a cielo aperto per l’estrazione di oro, diamanti, petrolio e minerali richiesti dall’Occidente per i beni elettronici di largo consumo. Ogni anno vanno distrutti circa 700.000 ettari di foresta, una superficie grande tre volte il Belgio, sottratta agli habitat naturali e alle specie selvatiche, tra cui i gorilla.
Che cosa fa il WWF
In occasione della Giornata mondiale del gorilla, è doveroso soffermarsi sulle attività del WWF a protezione di questi primati. Con il Programma “African Great Apes” il WWF lavora attivamente per difendere tutte le sottospecie di gorilla attraverso l’aumento delle aree protette, la lotta contro il commercio illegale e il sostegno per la conservazione dei gorilla tra le comunità locali e a livello internazionale. Il “Gorilla Agreement”, entrato in vigore nel giugno 2008, è il primo accordo a impegnare legalmente i governi, nei 10 Paesi dove vivono i gorilla, a lavorare insieme per combattere i rischi che li minacciano e trovare soluzioni per la loro conservazione.
Il WWF è anche presente nella Riserva di Dzanga Sangha per rafforzare il sistema di protezione in questa area coinvolgendo e difendendo la popolazione indigena BaAka. Collabora inoltre con la rete internazionale TRAFFIC per fronteggiare il commercio di carne proveniente da animali selvatici (bushmeat).
Il 14 dicembre si celebra invece la Giornata mondiale della scimmia.