Dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Palazzina di caccia di Stupinigi (To) è uno fra i complessi settecenteschi più straordinari in Europa.  Situata nella località di Stupinigi (frazione di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino, è facilmente raggiungibile dal centro storico, dal quale dista circa 10 chilometri. Per chi si trova in quelle zone è dunque una meta imperdibile, un gioiello che vale assolutamente la pena visitare.

Le origini

Il territorio che ora ospita la Palazzina di caccia di Stupinigi nel Medioevo presentava già un piccolo castello, visibile ancora oggi, anticamente realizzato con l’intento di difendere il paese di Moncalieri da parte dei Savoia-Acaia, ramo cadetto della dinastia regnante del Piemonte, e passò sotto la proprietà del duca Amedeo VIII di Savoia solo quando l’ultimo degli Acaia morì, nel 1418. Amedeo VIII decise quindi di lasciare il castello in proprietà nel 1439 ad un membro della famiglia con cui era imparentato, il marchese Pallavicino di Zibello.

I Savoia, ad ogni modo, riuscirono a rientrarne in possesso quando Emanuele Filiberto ne reclamò la proprietà nel 1564 espropriandolo ai Pallavicino. Per volontà del duca, il castello e le terre adiacenti vennero quindi lasciate all’Ordine Mauriziano. Dal momento che il gran maestro dell’Ordine era contestualmente anche il capo di Casa Savoia, il fortilizio di Stupinigi si trovò ad essere gestito direttamente dai vari sovrani sabaudi. Fu proprio durante il periodo di Emanuele Filiberto che le ricche terre adiacenti al castello divennero uno dei luoghi prediletti dal sovrano e dalla sua corte per le battute di caccia, insieme ai boschi di Altessano (dove a metà Seicento venne costruita la reggia di Venaria Reale).

La costruzione della Palazzina di caccia di Stupinigi

La costruzione della Palazzina di caccia di Stupinigi iniziò nel 1729 su progetto di Filippo Juvarra, proseguito poi da Benedetto Alfieri, Giovanni Tommaso Prunotto e Ludovico Bo. La prima battuta di caccia nei boschi intorno a Stupinigi si svolse nel 1731 e, ancora nel corso del Settecento, il complesso venne ampliato con l’aggiunta delle scuderie e delle rimesse agricole. Nel 1805 vi soggiornò anche Napoleone Bonaparte, prima di recarsi a Milano per essere incoronato imperatore. Nel 1832 la Palazzina divenne nuovamente di proprietà della famiglia reale, poi brevemente del Demanio italiano, per essere restituita, nel 1925, con i possedimenti circostanti all‘Ordine Mauriziano.

Che cosa vedere

Il cuore della Palazzina. di caccia di Stupinigi è il grande salone ovale, con le sue balconate ad andamento “concavoconvesso” di forte suggestione. Dal salone centrale partono quattro bracci più bassi a formare una croce di Sant’Andrea, dove si trovano gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti. Da qui si accede all’Appartamento del Re, all’Appartamento della Regina, all’Anticappella e alla Cappella di S. Uberto (protettore della caccia e dei cacciatori), recentemente restaurati. Nel susseguirsi delle sale riccamente decorate si incontrano i Gabinetti Cinesi, il Salotto degli specchi e il vano che ospita la vasca di Paolina Borghese. Alla fine della visita si raggiunge la Sala da Gioco, in cui l’arredo segue il duplice filone delle cineserie e dei mobili dedicati allo svago. I temi della decorazione degli ambienti sono un inno alla pratica venatoria e la sontuosità dei particolari, le ricche testimonianze di arredi di stile Rococò italiano, i materiali preziosi sono testimonianza dello sfarzo e la ricercatezza della corte.

Le Giornate europee del Patrimonio

In occasione delle Giornate del Patrimonio, la Palazzina di caccia di Stupinigi ospita la mostra “Guardiani della Bellezza”, a cura del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale e dedicata agli scatti di Silvano Pupella sul tema della conservazione preventiva del nostro patrimonio, che rappresentano proprio il tema delle GEP 2022 “European Heritage Days: un’eredità per il futuro”.

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