A poco più di 24 ore dalla pubblicazione dell’intercettazione telefonica del padre della povera Saman Abbas, spunta anche il racconto di uno dei cugini della 18enne pakistana sparita da Novellara più di un anno fa. In sintesi, Ijaz (questo il cognome del cugino) avrebbe spifferato ai compagni di cella quanto accaduto la notte del 30 aprile 2021 prima che la storia giungesse alle orecchie e all’attenzione delle guardie penitenziarie. E ora, il tutto è arrivato all’onor di cronaca.

Caso Saman Abbas, per le autorità le confessioni sono plausibili

Il racconto di Ikram Ijaz, il cugino di Shaman Abbas, parla a chiare lettere di omicidio nei confronti della giovane originaria del Pakistan. E’ quanto emerge dalla sua confessione in un carcere francese, dove è stato arrestato nel maggio 2021 insieme al padre Danish Hasnain, risalente allo scorso ottobre.

Nella sua ricostruzione della dinamica, ritrattata dopo la prima versione fornita solo una settimana prima agli inquirenti, Ijaz racconta che lui e il fratello Nomanhulaq avrebbero bloccato Saman mentre lo zio Danish la strangolava con una corda. A questo punto sarebbe però subentrata un’altra figura, la cui identità risulta ancora ignota, che avrebbe sancito la sua morte in maniera definitiva. Poi la corsa verso il Po con delle biciclette e il cadavere di Saman gettato nello stesso fiume, senza alcun ritegno per quanto fatto poco prima.

Per le autorità di Reggio Emilia il racconto sarebbe più credibile rispetto a quando Ijaz aveva dichiarati di non aver preso parte al massacro, ma non ancora completamente veritiero. A completare il quadro drammatico la disperazione e il pianto della madre di Saman, che avrebbe acconsentito con l’ultima parola a procedere all’esecuzione prima di allontanarsi in lacrime dalla scena del crimine. Si tratta di un episodio da sottolineare e che ritrae una situazione famigliare davvero complicata.