“Se vinciamo a doverci temere non saranno le persone per bene, ma gli spacciatori, gli scippatori i criminali e tutto il mondo legato a mafia, camorra e ‘ndrangheta”. A dirlo è Giorgia Meloni durante il comizio che ha chiuso la campagna elettorale. Ma la giornata di chiusura della campagna elettorale nel centrodestra è scandita dall’eco delle parole di Silvio Berlusconi ieri a ‘Porta a porta’, una ricostruzione dell’invasione russa dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin su pressione delle regioni autonomiste e per mettere governanti “per bene” a Kiev.
Il Cavaliere ripete di essere stato frainteso, e fa diffondere uno stralcio della intervista in cui ribadisce di stare dalla parte “dell’Europa della Nato, Occidente e degli Usa“.
“Il centrodestra ha votato sempre compatto sull’Ucraina, anche sull’ingresso della Finlandia nella Nato“, puntualizza Giorgia Meloni. “Chi non ha votato l’ingresso della Finlandia nella Nato è stato Fratoianni, alleato del Pd. I problemi ce li hanno altri“. Ma in via delle Scrofa le frasi dei Berlusconi sono accolte con gelo dalla dirigenza. “Da lunedì sarà Giorgia Meloni a dare le carte e a mettere in chiaro definitivamente la collocazione dell’Italia”, osserva un ‘big’ del partito. “Non mi fate interpretare” Berlusconi, dice, dal canto suo, di primo mattino Matteo Salvini, poi nel pomeriggio fa notare che l’ex premier “ha corretto il tiro, va bene così”
Elezioni 2022. La chiarezza
L’ultimo giorno di campagna elettorale per la coalizione è dedicata a respingere gli assalti, non solo della sinistra, e delle altre forze politiche, ma soprattutto di Bruxelles. Davanti alle parole di Ursula Von der Leyen, che ieri aveva assicurato che le istituzioni Ue hanno “gli strumenti” per affrontare una eventuale vittoria del centrodestra italiano, vicino politicamente a Viktor Orban e ai Conservatori polacchi, la reazione più veemente è quella del segretario della Lega. Salvini chiede le dimissioni della presidente della commissione o le scuse immediate, presenta un’interrogazione e organizza un sit-in sotto la sede della Commissione Ue a Roma.
“Von der Leyen ha corretto la sua dichiarazione, per dire che non si riferiva all’Italia e alle elezioni italiane”, commenta Meloni, “ma c’è una responsabilità in questa cosa ed è della sinistra italiana che è andata in giro per tutto il mondo a sputare addosso alla sua nazione per cercare di vincere le elezioni. E questa è una cosa inaccettabile”
“Come potrebbe l’Europa avere timori di un governo di cui noi siamo parte essenziale?”, è la domanda – retorica – di Berlusconi, che, ospite di Barbara D’Urso a ‘Pomeriggio 5’, scandisce: “Certo, noi e i nostri alleati non siamo uguali: il centro-destra senza di noi sarebbe solo una destra-destra, certamente democratica, ma non in grado né numericamente né politicamente di governare“.
Nelle ultime 12 ore prima del silenzio elettorale, si apre un nuovo fronte di divisione interna al centrodestra. A chi gli chiede se ritiene giusto, come annunciato ieri da Meloni, di procedere “anche da soli” alla riforma in senso presidenziale dello Stato, la risposta di Salvini è un ‘niet’.
Il presidenzialismo è importante: una Repubblica presidenziale e federale è una Repubblica più moderna e più efficiente, che premia il merito, la velocità, la competenza. Però – in primo luogo – ovviamente per riformare la Costituzione bisogna coinvolgere tutti: riformare la Costituzione a colpi di maggioranza come fece la sinistra in passato, no”, premette. “Secondo, va benissimo prepararsi in caso di vittoria ad aggiornare, ammodernare e rinfrescare la Costituzione sentendo tutto il popolo italiano, pero’ l’emergenza ora è quella delle bollette, delle tasse e del lavoro“.
Dopidiché ogni leader pensa al rush finale. Berlusconi chiude, come da tradizione, nel suo Teatro Manzoni di Milano; Meloni coi giovani sull’arenile di Bagnoli. Dal quartiere alla periferia occidentale di Napoli, la leader di FdI lancia un appello al cautela sull’esito elettorale e soprattutto al voto. “Piano con questa cosa che avremmo già vinto”, dice. “Le battaglie prima si combattono e poi magari si vincono. Quindi, domenica andiamo a votare“,