Superbonus 110% e cessione del credito delle banche: il tempo stringe, i soldi sono quasi finiti, i tempi medi di erogazione si allungano.
Serve una soluzione rapida e lo chiede a gran voce anche il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, all’Agenzia delle Entrate.
Superbonus 110% e cessione del credito delle banche: tempi più lunghi e meno soldi
Il Superbonus 110% è ancora attivo e può essere usufruito dai cittadini italiani che avranno terminato almeno il 30% delle proprie opere entro la fine del mese di settembre ed entro la fine del 2023 per quanto riguarda i condomini.
Ciò nonostante, i tempi medi di erogazioni si allungano sempre di più e i soldi sono sempre di meno. Perciò Confedilizia chiede a gran voce dei chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Sono rimasti circa poco più di 4 miliardi di euro nelle casse dello stato, i quali riusciranno a garantire un mese di lavori.
Dallo studio che è stato effettuato dal Corriere, inoltre, emerge come i tempi medi di erogazione del Superbonus 110% si siano drasticamente allungati, passando da 85 giorni nel 2020 ai 134 giorni di giugno 2022.
A peggiorare la situazione, poi, c’è anche una diminuzione della percentuale di sconto sul valore del credito, la quale è passata da 7,43% di media a 8,85%, con punte del 10,63%.
Per di più, due anni fa il credito poteva essere spalmato su 5 anni, mentre adesso si recupera in 4. Data l’attuale crisi ed inflazione, il valore della cessione sarà diminuito.
Superbonus 110%: cessione del credito delle banche bloccata
A queste problematiche chiede una pronta soluzione all’Agenzia delle Entrate il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. Ecco le sue parole:
“Senza una nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate, la norma sulla cessione dei crediti approvata dal Parlamento nell’ambito del decreto Aiuti-bis rischia di restare lettera morta.
Se è vero, come è vero, che è stata un’interpretazione dell’amministrazione finanziaria sulle responsabilità delle banche a bloccare il meccanismo della cessione dei crediti, è comprensibile che le stesse banche potranno sentirsi al sicuro solo in seguito a una correzione di rotta da parte della stessa Agenzia, in applicazione della modifica legislativa.
Se questa correzione non arriverà ci troveremmo, cioè, ancora una volta di fronte a un intervento normativo che a parole porta avanti gli incentivi fiscali per gli immobili (Superbonus, ma non solo), ma che nei fatti li lascia morire”.
La nuova FAQ pubblicata dall’Agenzia delle Entrate
Nel frattempo, poco tempo fa l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato all’interno del proprio sito istituzionale una nuova FAQ relativa alla materia del Superbonus 110% e della cessione del credito delle banche:
In caso di comunicazione dell’opzione per la prima cessione del credito o per lo sconto in fattura, relativamente al decimo stato di avanzamento dei lavori, quale valore deve essere indicato nel campo “Stato di avanzamento dei lavori” del quadro ‘A’ del modello di comunicazione?
L’articolo 121, comma 1-bis, del decreto-legge n. 34 del 2020, prevede che l’opzione per la prima cessione del credito o per lo sconto in fattura possa essere esercitata in relazione a ciascuno stato di avanzamento dei lavori. Per gli interventi di cui all’articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 (c.d. Superbonus) gli stati di avanzamento dei lavori non possono essere più di due.
Al riguardo, si fa presente che nel modello di comunicazione dell’opzione, in particolare nel campo in cui riportare il numero di SAL, all’attualità è possibile per motivi tecnici indicare solo valori da ‘1’ a ‘9’. Pertanto, nel caso in cui fosse necessario indicare valori maggiori di ‘9’, fino all’adeguamento delle specifiche tecniche di trasmissione della comunicazione, nel suddetto campo occorrerà indicare sempre il valore ‘9’.