Grazie ad una legge in California dal 2027 sarà legale un procedimento che permetterà il compostaggio umano. Il processo sarà definito “terramazione” e consisterà nella riduzione organica del corpo nel suolo. Secondo i sostenitori di questa norma si può considerare un metodo di smaltimento al 90% più ecosostenibile.
Dal 2027 in California sarà possibile avvalersi di un’altra opzione oltre alla sepoltura tradizionale e alla cremazione, il procedimento prevede infatti, quello che viene definito “compostaggio umano” ovvero permette che i resti del defunto vengano messi in un contenitore d’acciaio e coperti di materiale biodegradabile e con il tempo diventino concime per il terreno. Tutto il processo di decomposizione ecologica si completerà in circa trenta giorni.
Questo processo si chiama “terramazione” e consiste nella riduzione organica del corpo umano sul suolo. Una decomposizione del defunto “molto più ecologica degli altri, visto che non contribuisce alle emissioni inquinanti nella nostra atmosfera” dichiara l’ecologista Cristina Garcia, tra i sostenitori della nuova normativa.
“Incendi, siccità estrema, ondate di calore ci ricordano che il cambiamenti climatico è in atto e dobbiamo fare tutto il possibile per limitare le emissioni di metano e anidride carbonica”, scrive in un tweet.
In Italia, questa tecnica non è ancora possibile, mentre in America questo nuovo processo sta prendendo sempre più piede. “Quando abbiamo una bara e la mettiamo nel terreno, ci sono molte sostanze chimiche che vengono rilasciate e spesso finiscono nella nostra acqua e quando facciamo la cremazione ci sono molte emissioni di carbonio nell’aria”, ha detto Garcia.
California compostaggio umano: “metodo di smaltimento più green”
Grazie alla legge appena approvata nello stato americano, dal 2027 sarà possibile applicare questo metodo di sepoltura alternativo, completamente ecologico.
L’azienda di servizi funebri si occuperà di preparare la salma in una bara ermetica in materiale deperibile con un mix di erba medica e segatura, in modo che i composti organici trattengano il calore necessario a garantire la decomposizione. Il processo si esaurisce nel giro di un mese ed evita l’impiego dei forni tagliando anche i consumi energetici che la cremazione comporta. Il compostaggio umano si può considerare un metodo di smaltimento al 90 per cento più green rispetto a quelli tradizionali.
Lo spiega Micah Truman, amministratore e fondatore dei servizi funebri americani specializzati nel compostaggio umano, Return Home, “per bruciare un corpo con metodi tradizionali di cremazione, che richiedono fino a 650°C di temperatura, servono circa 135 litri di carburante per poi immettere nell’atmosfera 245 kg di CO2“. Il materiale organico che ne deriva viene poi utilizzato come concime per orti e giardini.
Il processo di compostaggio, appena introdotto, invece prevede che i resti umani vengano posti in una bara ermetica con materiali biodegradabili come trucioli di legno e fiori, dove la decomposizione avviene naturalmente in un periodo che va dai 30 ai 45 giorni.
Quel suolo composto dall’uomo può quindi essere restituito alla famiglia del defunto che può metterlo dove vuole o utilizzato come concime. “Le regole sono identiche a quelle dei resti cremati”, ha concluso Micah Truman.
L’opposizione della chiesa
La chiesa però non è d’accrodo con questo nuovo procedimento e durante la Conferenza cattolica della California, il direttore esecutivo Kathleen Domingo ha affermato:
“Il Nor (riduzione organica naturale) utilizza essenzialmente lo stesso processo di un sistema di compostaggio per il giardinaggio domestico, un processo sviluppato inizialmente per il bestiame. Questi metodi di smaltimento sono stati utilizzati per ridurre la possibilità che la malattia fosse trasmessa dalla carcassa morta e l’uso di questi stessi metodi per la “trasformazione” dei resti umani può portare a uno sfortunato allontanamento spirituale, emotivo e psicologico dal defunto”.
Inoltre il processo, potrebbe portare alla dispersione dei resti in luoghi pubblici con il rischio “che le persone calpestino resti umani a loro insaputa”. Un problema che evidentemente non turba i sonni di chi ha approvato la legge e degli entusiasti “green” che non vedono l’ora di diventare concime per giardini.