Mentre il covid-19 vede la curva innestare il cambio-marcia per la stagione fredda, le mascherine si apprestano a salutare (quasi) definitivamente la nostra quotidianità, almeno da un punto di vista normativo. Vediamo dunque cosa succede dopo il 30 settembre.

Covid-19, le mascherine rimarranno obbligatorie solo per il personale

Tra i passaggi di consegne dell’Esecutivo uscente e di quello che sarà eletto il prossimo 25 settembre c’è anche il dossier covid-19, i cui contenuti sanciranno l’addio alle mascherine per focalizzarsi esclusivamente sulle vaccinazioni. La deadline ufficiale secondo i decreti firmati dal governo Draghi è quella del 30 settembre, di fatto data che concluderà l’obbligo di indossare i dpi in determinati ambienti. A due giorni dal voto è impensabile che Palazzo Chigi possa cambiare le carte in tavola.

Trasporti e ospedali sono i principali luoghi in cui cadrà l’obbligo di mascherine a partire da ottobre: niente più Ffp2 sui mezzi pubblici e nelle sale d’attesa, almeno per quanto riguarda passeggeri e visitatori. La misura, approvata lo scorso giugno, aveva fatto discutere alla luce della discesa della curva dei contagi pur in presenza delle nuove varianti Omicron oggi dominanti.

A proposito di strutture sanitarie, oltre agli ospedali la revoca coinvolge anche ambulatori e Rsa. Qui medici e personale operativo dovranno continuare a indossarlo, così come in tutti quei luoghi di lavoro dove il contatto stretto è inevitabile (almeno fino al 31 ottobre). Ogni catena, in realtà, ha la facoltà di cambiare la policy aziendale da raccomandazione a imposizione. A scuola le regole erano già cambiate prima dell’inizio dell’anno scolastico: niente più mascherine e distanziamento interpersonale, la raccomandazione riguarda solamente i più fragili.

In breve, l’Italia ha certamente fatto il suo dovere nella campagna di vaccinazione ormai immobile per quanto concerne le nuove dosi. Il nuovo Esecutivo dovrà decidere se insistere con una regolamentazione alle forme di prevenzione quali le mascherine, oppure lasciare la scelta al libero arbitrio degli individui. Infine, sulle disposizioni negli ambienti di lavoro bisognerà aspettare gli incontri con le sigle sindacali.