Domani venerdì 23 settembre, in contemporanea con alcuni comizi di fine campagna elettorale, ci sarà anche la manifestazione di Friday For Future. Domani, Roma, si prennuncia caotica. Il corteo ambientalista partirà alle ore 9 e durerà, si prevede, fino alle 15. Sfilerà da piazza della Repubblica a via dei Fori Imperiali attraversando via Terme di Diocleziano, via Amendola, via Cavour e largo Corrado Ricci.

Friday For Future: “Noi giovani ignorati”

In vista della giornata di domani ha parlato, all’AGI, il portavoce di Friday For Future: “Proviamo – ha detto Filippo Sontgiu – a inserire il tema della crisi climatica all’interno del dibattito pubblico in vista delle elezioni, visto che c’è stato poco, nonostante i disastri che abbiamo avuto durante la campagna elettorale, Marmolada, l’esondazione nelle Marche, la siccità. E nonostante i temi fossero strettamente connessi alla crisi climatica, come il caro bollette che ha dominato la campagna elettorale, per cui una soluzione sarebbe potuta essere puntare sulle rinnovabili, sull’efficientamento energetico, sulle comunità energetiche, ma se ne è sentito parlare poco. Quindi sicuramente la mobilitazione di domani serve a dimostrare che il clima è tutt’ora uno dei temi che preoccupa di più le persone e quindi la politica se vuole catturare l’attenzione, deve trattare questo tema”.

Ancora Sontgiu: Tante voci sono state ignorate in questa campagna elettorale, sicuramente quella di noi giovani, perchè di clima si è parlato poco e quella delle persone che sono state messe in difficoltà dalla crisi energetica perchè le soluzione proposte come quella dei rigassificatori non risolvono il problema, ma sono solo una panacea, quindi è il momento per far uscire delle proposte concrete che abbiamo raccolto in un documento che si chiama Agenda Climatica. Sono dei punti che chiediamo ai partiti di inserire nella loro narrativa. Tutti i partiti non hanno degli obiettivi di decarbonizzazione sufficienti. Se andiamo a vedere gli studi su quanto velocemente l’Italia deve abbattere le emissioni le date sono fissate al 2030-2035, mentre la maggior parte dei partiti pone l’orizzonte del 2050, qualcuno leggermente prima. Sicuramente nessuno arriva ai livelli che la scienza chiede – continua Sontgiu – Dopodiché, ci sono delle grosse differenze tra i partiti. Alcuni hanno proposte di altri tempi, come l’estrazione di gas nel nostro paese. I partiti sull’ambiente sono poco credibili e si spera che i cittadini riescano a vedere le differenze che ci sono nelle proposte. A livello generale la politica è 15 anni indietro rispetto a quello che la scienza ci dice. Il senso dello sciopero di domani è far sentire che la crisi climatica preoccupa e bisogna fare di più”.