Lydia Alfonsi è morta. Con lei il mondo del teatro e della televisione d’autore, perde una delle sue protagoniste più raffinate e intense. Un attrice a tutto tondo, come si usava dire, nel suo caso poliedrica, non solo per il grande schermo e per il teatro teatro, una grande artista, dunque di televisione, di prosa televisiva, divenuta anche doppiatrice e scrittrice.
Lei la carriera la inizia proprio nella sua città natale, Parma. Fa le prime esperienze dilettantistiche con il gruppo teatrale “Gioventù studentesca” e poi con la filodrammatica “Gli amici della prosa”.
Interrompe giovanissima gli studi di ragioneria per intraprendere la carriera teatrale. Aveva 94 anni. Nasce il 27 aprile 1928. Erede di una famiglia borghese, Lidia all’anagrafe, è stata anche conduttrice radiofonica. Se ne va dunque una persona molto amata. La sua città di Parma l’adorava, era circondata da molti amici.
Lydia Alfonsi è morta: i suoi film
Con il “Il piacere dell’onestà” di Pirandello vinse, come migliore attrice, un concorso a Pesaro. E’ proprio lì che venne notata dal regista Anton Giulio Bragaglia, che la scritturò nella sua compagnia. Esordio come attrice nel 1946, con Anna Christie. Nel 1950 tornò a Parma per scrivere poesie, recitò in Vita da cani di Steno e Monicelli.
Ha recitato in ogni tipologia di film, dal drammatico al romantico, dal western al peplum: il grande successo lo ha raggiunto nel periodo d’oro degli sceneggiati televisivi in bianco e nero : “La morte ha viaggiato con me” (1957) di Marcello Baldi, “La legge” (1959) di Jules Dassin, “Gli amori di Ercole” (1960) di Carlo Ludovico Bragaglia, “I delfini” (1960) di Citto Maselli, “Morgan il pirata” (1960) di Primo Zeglio, “La guerra di Troia” (1961) di Giorgio Ferroni, “Un uomo da bruciare” (1962) di Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani (1962). Ha poi interpretato gli sceneggiati tratti da opere letterarie come “Mastro Don Gesualdo” (1964), dal romanzo di Giovanni Verga, “Luisa Sanfelice” (1966), da quello di Alexandre Dumas, “Faccia a faccia” (1967) di Sergio Sollima (1967), “Porte aperte” (1990) di Gianni Amelio.
Si rivelò al grande pubblico televisivo nel 1960 come protagonista de “La Pisana”, serie tv tratta da “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo e realizzato dalla Rai per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia e con “Il segreto di Luca” (1969), di Ignazio Silone.
Il ritorno al teatro qualche anno dopo. Divenne protagonista anche nel teatro classico in ruoli drammatici. Nel 1970 ha ricevuto dalla critica francese il riconoscimento come migliore attrice televisiva italiana. È stata insignita del titolo di Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana dal presidente Sandro Pertini.
Nel 1989 ha fatto parte del cast della miniserie televisiva di due puntate Una lepre con la faccia di bambina, trasmessa dalla Rai. Nel 1997 ha partecipato al film La vita è bella di Roberto Benigni nel ruolo dell’editrice Guicciardini, sua ultima interpretazione.
Il nipote su di lei
Il nipote 75enne han detto di lei:
“Generosa ma provata dai dolori”
lasciando intendere che l’attrice fosse malata da tempo.
Non avendo avuto figli, l’attrice era circondata dall’affetto dei nipoti e tra questi, Alberto Ghirarduzzi, figlio della sorella Marcella scomparsa nel 2006, ha voluto esprimere tutto il suo dolore per la perdita dell’amata zia.
Il riconoscimento e il suo libro
Autrice di un libro, Aforismi e Flashback d’amore, pubblicato da Edigraf editore, è stata premiata con la Maschera d’argento per la sua interpretazione nello sceneggiato televisivo del 1964Mastro Don Gesualdo, che l’attrice considera il proprio lavoro migliore.
- Targa d’oro in ricordo di Eleonora Duse
- Il Sagittario d’oro
- Premio alla carriera 2009 Milano Palazzo Liberty
Da ricordare che l’attrice è stata la madrina del Premio Nazionale Letterario Pisa per oltre 25 anni.