Al via gli esperimenti finalizzati a testare gli effetti della microgravità sugli astronauti in orbita nella Stazione Spaziale internazionale. Durante le missioni in orbita, infatti, a causa della mancanza di gravità i corpi degli astronauti subiscono una vasta gamma di cambiamenti, dalla vista alla salute cardiovascolare, fino alla densità ossea. Avere maggiori informazioni su questi cambiamenti più potrebbe consentire ai medici di progettare trattamenti migliori non solo per chi viaggia nello spazio, ma anche per migliorare le strategie di trattamento di alcune patologie sulla Terra.

Stazione Spaziale Internazionale: esperimenti ESA

Proprio per studiare gli effetti della permanenza degli astronauti sulla Stazione Spaziale internazionale, il team SciSpacE dell’Agenzia spaziale europea e un team di scienziati europei hanno progettato l’esperimento Vivaldi, che si svolge nella MEDES Space Clinic (Istituto di Medicina Spaziale e Fisiologia) a Tolosa, in Francia, una delle poche strutture in Europa che in attrezzata per ospitare questa tipologia di studi.

Come funziona l’esperimento Vivaldi

L’esperimento per studiare gli effetti della permanenza degli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale si concentra sull’ immersione a secco, un analogo a terra degli effetti che la microgravità ha sul corpo. L’immersione a secco comporta l’immersione in acqua per lunghi periodi, rimanendo però asciutti. I partecipanti allo studio sono dunque vestiti con un tessuto impermeabile e deposti in bagni d’acqua appositamente progettati. Il loro corpo viene quindi immerso sopra il busto, con un telo impermeabile aderente che mantiene le braccia e la testa sopra l’acqua. L’esperimento prevede che i partecipanti trascorrano cinque giorni interi in questa posizione. I pasti vengono consumati con l’assistenza di una tavola galleggiante e un cuscino per il collo. Per le pause bagno e altre attività che richiedono la rimozione dall’acqua, i partecipanti vengono spostati su un carrello, mantenendo la loro posizione stesa, e temporaneamente tolti dall’acqua.

Questa pratica consente di togliere peso dal corpo, inducendo alterazioni simili alla microgravità ai sistemi neurologico, cardiovascolare e metabolico: i fluidi all’interno del corpo si spostano e i processi fisiologici iniziano ad assomigliare a quelli visti negli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Gli obiettivi

“Il nostro primo obiettivo è quello di utilizzare l’analogo per ottenere una migliore comprensione di come gli esseri umani fisiologicamente, e in una certa misura psicologicamente, reagiscono e si adattano a uno stimolo così estremo – afferma Angelique Van Ombergen, Esa Discipline Lead for Life Sciences -. È un buon strumento per comprendere meglio come gli astronauti si adattano al volo spaziale e ci consente di testare e convalidare le contromisure”.

La prima tappa dell’ esperimento Vivaldi ha visto la partecipazione di un gruppo tutto al femminile, per colmare una lacuna nella ricerca esistente. La seconda tappa invece coinvolgerà partecipanti di sesso maschile. I dati raccolti daranno ai ricercatori un’idea di quali sforzi la microgravità pone sugli astronauti di qualsiasi sesso, in modo da poter progettare approcci di mitigazione ampiamente efficaci. Ma i risultati di questa ricerca potranno essere utili anche ai ricercatori sulla Terra, aiutandoli a progettare nuovi approcci terapeutici per i pazienti che soffrono, ad esempio, di patologie muscoloscheletriche, per gli immobilizzati e per gli anziani.

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