Carlo Calenda alla carica. Il leader di Azione, quindi del Terzo Polo, va in affondo quando siamo nella fase conclusiva di campagna elettorale. Nonostante Draghi e le sue parole, non sembra avere dubbi: “Così come Mattarella si è sacrificato per il bene della Patria – ha detto sulle frequenze di Radio Popolare – la stessa cosa farebbe anche Draghi”. Un tormentone che va declinando, e replicando, sui suoi mezzi di comunicazione. In ogni modo e forma.

Non senza stoccate – come suo stile comunicativo – agli avversari politici. Oggi ha sfidato la Lega sui numeri elettorali ed ha giurato sul fatto che non ci sarà un governo Meloni: “Giorgia Meloni non offre una prospettiva di governo allettante, lo dimostrano le sue ultime uscite pubbliche”. E se l’è presa anche con il PD di Letta reo di aver creato, a sua detta, una campagna assurda e divisiva: “Quindi – ha twittato – il messaggio è: chi non vota PD è per Putin; chi non vota PD è No Vax; chi non vota il PD è per Almirante. Non ho mai visto una campagna così assurda e divisiva nella storia della Repubblica. Ed è una delle ragioni per cui il PD andrà male“.

Uno scenario dove l’unica luce sembra essere quella di Mario Draghi. Un nome da spingere, all’indomani del 25 settembre, in forza di un risultato elettorale – auspica – importante del Terzo Polo. L’unica formazione politica con una vera visione di futuro. E non solo quella, a quanto pare: