Manca poco al “The Last Dance” di Roger Federer e, alla vigilia del suo addio al tennis, lo svizzero ha parlato ai microfoni dei giornalisti della Laver Cup, dove ha fatto un excursus della sua carriera dagli inizi all’ultimo ATP.
Federer, il ritiro e il ginocchio
“Il ginocchio non stava migliorando e ho dovuto prendere la decisione. Ero affranto quando ho capito che era la fine. È successo dopo Wimbledon. Ero in vacanza, quest’estate. Non ne ho parlato con nessuno a parte la mia squadra, i miei genitori, Mirka. Avrei voluto giocare per sempre, ma non è possibile. Voglio che le persone siano felici del mio addio e non mi dicano tutto il tempo “mi dispiace”.
Sul doppio con Nadal
“È chiaro che la cosa più bella sarebbe giocare il doppio qui con Nadal perché è stata la mia più grande rivalità. Finché abbiamo lottato contro, siamo sempre andati molto d’accordo. Credo che sia il più bel messaggio che abbiamo dato. La Laver Cup è un evento ATP, conosco i miei limiti. Bjorn (Borg) ha parlato con John (McEnroe) e mi ha detto che andava bene: Matteo (Berrettini) giocherà al mio posto in singolare sabato. Sto cercando di prepararmi per un ultimo doppio. Sono nervoso perché non gioco da tanto tempo. Spero di poter essere competitivo”.
Sull’importanza dei tifosi e cosa gli mancherà
“I tifosi sono al centro di tutto. Se elimini i fan, ti perdi l’80% del significato, delle emozioni, del sentimento. Mi mancheranno. Ogni interazione. La gente veniva anche da molto lontano… Mi mancherà. Mi mancheranno molte cose. Mettere la fascia tra i capelli, guardarsi allo specchio e chiedersi ‘sei pronto a farlo di nuovo?’. ‘Ok andiamo’. Per quanto lo ami, sono felice di non farlo più. È divertente ma è stressante. I tennisti aspettano molto. Mi mancheranno di più i piccoli momenti, dopo le partite. Cenare con amici e squadra e poter parlare di altre cose oltre al tennis”.
Su Alcaraz e il futuro
“È deludente non aver mai potuto giocare contro di lui (Alcaraz). Agli US Open è stato fantastico. Ho sempre detto che ci sarebbero state altre superstar nel tennis e lui è uno di loro. Voglio vedere alcune mie partite e leggere tutto ciò che è stato scritto su di me che non ho ancora letto. Passerò più tempo con la mia famiglia, andremo in vacanza. Mi rivedrete. Non so come, non so dove, ma tornerò. Bjorn Borg non è tornato a Wimbledon per 25 anni, scelta personale, comprensibile, ma per me non andrà così. Non diventerò un fantasma. Il tennis mi ha dato tantissimo, non voglio sparire”.