Andor avrà solo due stagioni, come confermato dal protagonista Diego Luna.

Andor, per Diego Luna sarà l’addio a Star Wars

Disney+ ha finalmente distribuito i primi tre episodi di Andor, serie appartenente all’universo di Star Wars e che si colloca come prequel del film Rogue One: A Star Wars Story, diretto da Gareth Edwards nel 2016.

Guerre Stellari è stata la prima saga cinematografica a introdurre il concetto di universo espanso, capace cioè di sviluppare le proprie storie in una serie di narrazioni diverse, diffuse su più media, tra sequel, prequel e adattamenti di vario genere. In un simile contesto, la parola ‘Fine’ è difficile venga pronunciata, ma Diego Luna, protagonista di Andor, sembra pensarla diversamente.
Intervistato dal podcast Dagobah Dispatch di Entertainment Weekly, l’attore ha confermato che la serie sarà composta di 24 episodi in totale, divisi in due stagioni da 12 episodi l’una – con le riprese della seconda previste per novembre, come dichiarato dallo showrunner Tony Gilroy – e che essa rappresenterà il suo addio a Star Wars.

Per me, questo è tutto. Il viaggio con questi 24 episodi è bellissimo. 24 film brevi per raccontare la storia di Cassian Andor, da dove viene e come è diventato l’uomo che avevamo incontrato in Rogue One. Sinceramente, non mi piace molto la direzione introdotta negli ultimi tempi da questi nuovi formati, in cui le persone vogliono sempre qualcosa in più. Partecipano a uno show e vengono assunti per fare il loro lavoro, ma si pensa continuamente alla stagione successiva. Per quanto mi riguarda, ho imparato a vivere il presente. Questa è la cosa più importante, perché si tratta di godersi ciò che si sta facendo. Per il bene della mia salute mentale e per essere chiaro, per me le cose devono avere un inizio e una fine, in modo che io possa capirle, appassionarmi a esse e godermi il viaggio”.

“Ai tempi di Rogue One, non avrei mai pensato di tornare in Star Wars

L’atteggiamento di Diego Luna è davvero un’eccezione nel panorama odierno della cultura pop cinematografica e televisiva, fatto da una serializzazione continua di personaggi e storie. L’attore conferma di aver portato avanti questo stile di vita fin dai tempi di Rogue One.

“Mentirei se dicessi che, ai tempi di Rogue One, non avevo mai pensato alla possibilità di tornare, un giorno, a interpretare questo personaggio. Sul set, in realtà, scherzavamo di continuo su questo e, ovviamente, tra le varie possibilità c’era anche quella di un prequel, ma non avrei mai pensato che ci fosse una concreta possibilità di tornare. Per me fu da subito chiaro che Rogue One era un film che mi sarei goduto dall’inizio alla fine e che, dopo la fase di promozione, sarei tornato alla mia vita e a fare le cose che avevo fatto fino a quel momento. Ed è andata davvero così. La cosa interessante è che quando mi venne proposto di tornare in Andor, le premesse erano le stesse, perché la fine di questo progetto è Rogue One. Tony Gilroy mi parlò della sua idea di raccontare i cinque anni precedenti a quella vicenda e questo significa che, una volta svelato cosa accade in quel periodo di tempo, la storia è finita”.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.