L’avrebbe fatto come segno di protesta contro i funerali di Stato organizzati per Shinzo Abe, l’uomo che a Tokyo si è dato fuoco davanti alla residenza del primo ministro. Secondo quanto riportato dalla BBC, alcuni testimoni avrebbero dato l’allarme nelle prime ore di questa mattina: gli agenti sono subito intervenuti e hanno portato il suicida, di cui al momento non si conoscono le generalità, in ospedale.

Tokyo, un uomo ha cercato di suicidarsi come segno di protesta: i fatti

È successo a due passi dalla casa del primo ministro giapponese Fumio Kishida, al momento impegnato a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un uomo di cui non si conoscono le generalità, ma che secondo i media giapponesi avrebbe sui 70 anni, si è dato fuoco, ma è stato salvato dall’intervento degli agenti di polizia che, allertati da alcuni testimoni, hanno immediatamente trasportato il presunto suicida, privo di conoscenza, in ospedale. Non si conoscono al momento i dettagli dell’accaduto, ma, secondo quanto ricostruito fin ora, prima di darsi fuoco l’uomo avrebbe detto alla polizia di essere contrario ai funerali di Stato organizzati per l’ex premier Shinzo Abe, assassinato lo scorso luglio nella città di Nara durante un comizio elettorale. Ci sarebbe un segno di protesta, quindi, dietro al gesto dell’uomo, di cui non si conoscono le condizioni di salute.

La morte di Shinzo Abe e i funerali di Stato

L’ex premier giapponese era stato ucciso ad inizio luglio nel corso di un comizio elettorale tenutosi nella città di Nara. A confessare l’omicidio era poi stato un ex militare, il 41enne Tetsuya Yamagami, che avrebbe deciso di compiere l’aggressione per vendicarsi di una non meglio specificata “organizzazione religiosa” che pensava essere legata ad Abe. Secondo quanto riportato dai media locali, l’uomo avrebbe riferito che sua madre aveva compiuto diverse donazioni di soldi in favore del gruppo, causando seri problemi economici alla famiglia. Questo il movente del delitto, che Yamagami ha compiuto con un’arma handmade: una “doppietta”, assemblata forse seguendo delle istruzioni trovate sul web. Le dimensioni sono poco più grandi di quelle di una pistola, mentre il calibro è difficile da capire, ma sono bastati due colpi e Shinzo Abe si è subito accasciato a terra. Le ferite, riportate sulla parte anteriore del collo e al cuore, gli sono state fatali e alla fine è morto, in ospedale, nonostante l’intervento dei medici.

Ora è in programma per il 27 settembre la cerimonia di Stato voluta proprio da Kishida, l’attuale primo ministro. Ma non sono in pochi a dirsi contrari: una buona parte dell’opinione pubblica contesta i funerali di Stato, perché vede Abe come una figura divisiva per le sue politiche considerate nazionalistiche e lo condanna per essere stato il fautore di un revisionismo che ha condotto ad un crescente aumento delle spese militari nel corso dei suoi due mandati (che ne fanno il premier giapponese più longevo di sempre), danneggiando le relazioni con i Paesi vicini, in primis Cina e Corea del Sud. Ma a preoccupare sono anche i costi: circa 1,66 miliardi di yen (11.7 milioni di euro) per la cerimonia, considerata inappropriata dal 60,8% della popolazione. Tra l’oro c’è anche l’uomo che stamattina ha rischiato la sua vita per opporvisi.