Dopo il rinvio di ieri Vladimir Putin ha parlato alla nazione questa mattina, tramite la tv di stato russa, annunciando la mobilitazione parziale. Si tratta di uno dei discorsi più simbolici pronunciati dal leader del Cremlino dall’inizio del conflitto, contemporaneo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York.

Putin, nel discorso sulla mobilitazione parziale un avvertimento sul nucleare

Chi (come Erdogan) era convinto che Vladimir Putin stesse per abortire i suoi propositi bellici si è dovuto ricredere di fronte al discorso con cui il leader del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale della Russia.

Il decreto è già stato firmato, abbiamo ritenuto necessario proteggere il nostro territorio, il nostro Paese e il nostro popolo dalla minaccia dell’Occidente. La mobilitazione riguarda solo i cittadini della riserva militare, ossia quelli che hanno prestato servizio nell’esercito. Lo ripeto, stiamo parlando solo di una mobilitazione parziale. Ciò significa che solo quei cittadini che sono nelle riserve e soprattutto, coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari ed un’esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione. Dopo che il regime di Kiev ha respinto una soluzione pacifica al problema del Donbass ed ha fatto la sua rivendicazione sulle armi nucleari, è diventato assolutamente chiaro che una nuova, ampia offensiva nel Donbass, come già accaduto due volte in precedenza, sia inevitabile. L’Ucraina è stata riempita di armi ancora di più, unità militari addestrate secondo gli standard della Nato sono sotto il comando effettivo di consiglieri occidentali.

Vladimir Putin, presidente della Russia

Pochi annunci e molti avvertimenti, nel periodo all’apparenza più complicato sul fronte in Ucraina Putin intende ricordare la forza del suo arsenale:

L’Occidente non vuole la pace in Ucraina, ma indebolire la Federazione Russa come già avvenuto con l’Unione Sovietica. Ha superato il limite e continua a ricattarci sull’uso del nucleare sulla pelle di Kiev. Ma anche noi abbiamo armi con cui respingere le minacce: se l’integrità territoriale, la nostra indipendenza e la libertà del nostro Paese saranno in pericolo useremo tutti i mezzi che abbiamo. Questo non è un bluff. È nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. È quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno..

Vladimir Putin

Le altre misure del decreto

Tra le firme apposte dal capo di Mosca anche le pene detentive per chi si opporrà alla leva, come previsto dall’emendamento presentato ieri dalla Duma. Ribadito inoltre pubblicamente il sostegno ai cittadini delle regioni ucraine occupate in vista dei referendum per l’annessione che si svolgeranno tra il 23 e il 27 settembre prossimi.

Infine, tra gli altri passaggi salienti, viene dato mandato alla Difesa di equiparare le milizie del Donbass a quelle dell’esercito russo, che avranno addestramento e salari identici. Un primo passo verso la riforma degli armamenti già annunciata nelle scorse settimane.

Con queste dichiarazioni, Putin ha scatenato agitazione anche all’interno del proprio paese: i cittadini russi stanno cercando di lasciare il territorio il più velocemente possibile.