Attraverso un comunicato ufficiale e tweet di commento Marco Cappato fa sapere che il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso presentato da Referendum e Democrazia, le cui liste sono state escluse dalle elezioni per mancanza del numero minimo di firme. La partita a scacchi si gioca sul valore legittimo delle firme digitali raccolte dal partito.
Elezioni, Cappato promette nuove battaglie legali
A pochi giorni dalle elezioni politiche il Tribunale di Milano si esprime con parere negativo sul ricorso presentato da Marco Cappato e da Referendum e Democrazia sulla riammissione delle liste consegnate un mese fa. Cappato, tuttavia, fa sapere di non essere preoccupato del poco tempo a disposizione e di essere determinato a perseguire le proprie ragioni.
La battaglia per la firma digitale non si ferma. Lo scaricabarile tra istituzioni farà scattare nuovi ricorsi interni e internazionali. Il giudice ci imputa di non aver dimostrato l’esistenza delle firme che lo Stato si è rifiutato di verificare, attribuendo a noi un dovere che è notoriamente in capo alla Corte d’Appello. Il ricatto sul rinvio della data del voto ha funzionato, la decisione è insensata. Ricorreremo in ogni sede. E otterremo la firma digitale
Marco Cappato
Dura anche la reazione dei collaboratori di Cappato:
La decisione arriva a cinque giorni dalle elezioni ma a cinque anni da quando il Parlamento si era impegnato a sperimentare la firma digitale per la presentazione delle liste, con l’obiettivo di approvarle entro sei mesi. Un esperimento mai tentato da nessun Governo ma non per questo scaduto come impegno
Virginia Fiume, co-presidente di Eumans
Il Governo si era opposto al ricorso d’urgenza della Lista Referendum e Democrazia avanzando l’impossibilità di posticipare il voto in caso di accoglimento del ricorso. Nessuna risposta è però mai arrivata dal 25 luglio, data in cui abbiamo diffidato formalmente il Governo per ottenere un decreto interpretativo della norma
Marco Perduca, responsabile legale della lista di R&D